mercoledì 2 settembre 2020

Passaggio a Nord-Est


A causa del riscaldamento globale il passaggio a Nord-est che collega lungo il Polo Nord l'Oceano Pacifico con l'Atlantico è ormai diventato una rotta commerciale vantaggiosa. Dalla Cina al maggiore porto europeo di Rotterdam (passando a sud attraverso il Canale di Suez) occorrono 48 giorni di navigazione, in estate con il passaggio a nord-est libero solo 35 giorni, un risparmio del 30% (da 20 mila a 15 mila km). Un bel vantaggio ma che rivela il precario stato di salute del nostro pianeta. Tra il 2030 e il 2050, secondo gli esperti il passaggio, potrebbe essere libero tutto l'anno.

Il primo tentativo su questa rotta risale al XV secolo, ma fu l'esploratore svedese A. E. Nordenskiold a raggiungere il Pacifico nel luglio del 1789. Era partito nel luglio del 1788, ma restò bloccato dai ghiacci nello stretto di Bering per 10 mesi. Dai primi del 900 ci furono altri numerosi tentativi, finché nel 1932 il rompighiaccio Sibirjakov riuscì a percorrerla. L’apertura del passaggio alla navigazione internazionale è datata però 1967, grazie alla realizzazione di navi-rompighiaccio a propulsione nucleare. Oggi il periodo estivo in cui il passaggio è libero si allunga sempre di più.

La rotta Nord Ovest, quella che a Nord del Canada fa comunicare l’Oceano Atlantico con la zona dell’Oceano Artico adiacente allo Stretto di Bering, fu invece attraversata completamente per la prima volta in due anni tra il 1903 e il 1905, mentre fu una nave canadese a compiere la prima traversata in meno di quattro mesi nel 1944. Finalmente, nel 1969, la petroliera rompighiaccio statunitense Manhattan seguì la rotta del passaggio di Nord-Ovest aprendo una via commerciale per il trasporto del petrolio dell’Alaska fino alla costa atlantica degli USA e all'Europa occidentale.

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