venerdì 3 marzo 2017

È la caccia il principale nemico degli animali selvatici?

In qualsiasi parte del Pianeta gli animali selvatici sono minacciati dalla distruzione dei loro habitat (sostituiti da campi coltivati, città, strade, attività industriali) e dall'abbattimento delle foreste per ricavare legname o far posto a nuovi pascoli. Poi ci sono la caccia e il commercio illegale, che stanno mettendo in pericolo più di 7.000 specie.
In Africa il consumo di carne di animali selvatici, è diventato uno dei principali problemi. Le popolazioni locali cacciano da tempo immemorabile, ma oggi l'aumento delle bocche da sfamare, le armi da fuoco e il denaro che i cacciatori ricavano dalla vendita della selvaggina stanno provocando una carneficina.
Le prede sono piccole antilopi, bufali, elefanti di foresta, uccelli. Ma ciò che fa più impressione è la strage di primati. Mangiare scimmie, scimpanzé e gorilla è una pratica diffusa in molte parti dell'Africa Centrale. Nell'ultimo decennio, però, si è passati dal consumo tradizionale al commercio su vasta scala. Si stima che nelle foreste equatoriali africane vengano uccisi all'anno più di 3.000 gorilla e almeno 4.000 scimpanzé. La colpa è della crescita della popolazione nelle comunità rurali, ma anche dei ricchi che nei ristoranti sono disposti i sborsare somme considerevoli per un piatto di quella che considerano una "prelibatezza". Per far fronte alle nuove richieste i bracconieri abbattono gli esemplari nel cuore della foresta, affumicano la carne sul posto e poi la trasportano verso la città dove finisce nei mercati e sui banchi dei macellai. La loro efficienza è aumentata grazie alle strade aperte dalle aziende del legname, che consentono ai cacciatori di raggiungere i luoghi più remoti.
Una ecatombe di animali paragonabile solo a quella compiuta in nome del cosiddetto oro bianco: l'avorio.
Ogni anno in Africa vengono uccisi dai 4 ai 12.000 elefanti per l'avorio delle loro zanne, nonostante dal 1989 la Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie in via d'estinzione, firmata da oltre 170 nazioni, abbia stabilito un blocco totale sul suo commercio, perché in meno di un ventennio erano stati uccisi più di mezzo milione di pachidermi. Ancora oggi, quindi, le zanne di elefante diventano collane, braccialetti, orecchini e statuine. E se mancano queste si ricorre agli ippopotami. La loro carne è ottima e i denti forniscono una buona quantità di avorio. Nel Parco Nazionale Virunga, in Congo, una delle più grandi popolazioni al mondo di questi mammiferi si è ridotta drasticamente, sotto i colpi dei bracconieri, precipitando da 20.000 individui a poco più di un migliaio.

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