lunedì 28 novembre 2011

Centrali solari nello spazio: fantascienza? Forse no

Impianto-solare-nello-spazio.jpgAvete mai sentito parlare di centrali solari nello spazio? Ovviamente non si tratta di un argomento di primissima pagina, tuttavia, se appena qualche decennio fa qualcuno ve ne avesse parlato, avreste probabilmente pensato di aver a che fare con un regista di qualche film di fantascienza. Oggi invece sembrerebbero intravedersi vere possibilità di realizzazione.
Per darvi un’idea di che cosa sia questa tecnologia futuristica, si potrebbe fare uno schema semplificato: in sostanza si tratterebbe di centrali installate nello spazio (quindi oltre l’atmosfera terrestre) e capaci di raccogliere, attraverso degli enormi pannelli solari, l’energia della radiazione solare trasferendola sotto forma di fasci di microonde sul nostro pianeta. Questi stessi fasci verrebbero trasformati in elettricità poi distribuita attraverso le reti.
Esiste un gruppo di studiosi dell’Accademia Internazionale di Astronautica (IAA) di Parigi sta proprio lavorando su un progetto di questo tipo: gli intenti sono quelli della messa in orbita di una stazione sopra l’Equatore (a circa 35.700 km di altezza). I ricercatori si dicono convinti che queste centrali elettriche nello spazio diventeranno realtà fra due o massimo tre decenni.
Il progetto, per quanto la sua realizzazione (o presunta tale) sia ancora distante, è considerato comunque dalla Comunità Scientifica particolarmente serio. I costi dell’intero iter rimangono però ignoti, anche se è facilmente intuibile come il passaggio dalla progettazione alla realizzazione della centrale spaziale presupporrà investimenti nell’ordine dei miliardi di euro. Tuttavia, ci si potrebbe chiedere, al di là dell’aspetto economico, se valga davvero la pena perseguire un simile progetto.
La risposta non può che essere affermativa: infatti, qualora la cosa dovesse convertirsi in realtà, si potrebbe disporre di una tecnologia dalle potenzialità enormi, capace di captare energia solare continuamente senza preoccuparsi del numero di ore di luce stagionale e dell’alternanza del dì e la notte; inoltre si disporrebbe di un quantitativo di energia di gran lunga superiore rispetto a quello che invece si riesce a captare sul suolo, semplicemente per il fatto che la radiazione solare verrebbe raccolta prima dell’ingresso in atmosfera, evitando quindi le dispersioni termiche al passaggio atmosferico.
Tradotto in parole povere significa che si potrebbe entrare in possesso di una fonte di energia non aleatoria, di grande potenza e soprattutto rinnovabile. Certo, le prospettive di realizzazione sono molto lontane, ma è comunque un canale di ricerca che vale la pena perseguire: solamente dalle premesse sembrerebbe già essere più fattibile della tanto pubblicizzata fusione nucleare.

sabato 26 novembre 2011

IPiccy

iPiccy-Logo-150x150.pngIl futuro dei computer è oramai delineato, tra qualche hanno i nuovi pc saranno privi di tutte quelle applicazioni che vengono oggi installate, tutto si potrà e si farà online.


Gli unici programmi che si dovranno per forza installare saranno i software di sicurezza, per tutto il resto si utilizzeranno delle applicazioni online.


Se dovete modificare un immagine non sarete più costretti ad installare nessun programma ma potrete utilizzare delle applicazioni web come iPiccy.


IPiccy è una potente applicazione web gratuita per l’editing e l’elaborazione delle immagini che possono essere caricate dal disco rigido, importate da un sito web, catturate con la nostra webcam o anche disegnate da voi stessi.


Le immagini possono essere ridimensionate, ruotate, ritagliate, ottimizzate nei colori bilanciandoli ma anche regolando la loro luminosità, la saturazione, il contrasto, il bilanciamento e abbellite con diversi effetti come quello cartoon, vecchia foto, le cornici e molto altro ancora grazie a questo editor di immagini con il quale potete ottenere dei risultati professionali.

sabato 19 novembre 2011

Fai la Scuola Giusta

fai la cosa giusta piccolissima.jpgChi considera la professione tecnica o professionale in azienda poco edificante e non meritevole di attenzione forse è ancorato ad una concezione anacronistica non solo delle mansioni industriali, ma delle aziende stesse.


Basta infatti dare una veloce occhiata anche solo parziale al cortometraggio realizzato da Confindustria Cuneo nell'ambito del progetto "Fai la scuola giusta"per rendersi conto che l'automazione e la tecnologia sono ormai parti integranti di ogni processo produttivo. Ma anche l'innovazione ha bisogno di persone preparate a governarla e a gestirla nel migliore dei modi. Proprio nel breve filmato i due giovani protagonisti, un ragazzo e una ragazza entrambi alle prese con la prima importante svolta della loro vita "professionale", la scelta della scuola superiore, sono accompagnati in un viaggio alla scoperta di alcune delle mansioni industriali più conosciute e praticabili nelle aziende della Granda.


In questo percorso di esplorazione il comico di Zelig conduce i due 13enni a conoscere da vicino cinque note realtà meccaniche della provincia di Cuneo (Alstom, Bitron, Brc, Gai e Sito). Ingegneri, periti e tecnici specializzati prendono la parola per descrivere con semplicità e chiarezza i loro compiti principali, mettendo l'accento sull'importanza del lavoro di squadra e sulle opportunità di carriera graduale che una professione tecnica può offrire.


Questo video, che sarà proiettato durante la presentazione del progetto'Fai la scuola giusta", è solamente lo strumento più accattivante con cui Confindustria ha deciso di articolare un percorso molto più ampio fatto di altre due iniziative: un ciclo di 7 incontri nelle 7 città "sorelle", rivolto a genitori e ragazzi, e una serie di visite ad alcune delle realtà industriali più importanti del nostro territorio.


L'obiettivo è quello di orientare il più possibile i diplomati delle scuole medie verso la scelta di una scuola superiore di tipo tecnico, capace di offrire non poche soddisfazioni a chi decide di frequentarla. Secondo una recente ricerca condotta da Almadiploma, infatti, la grande maggioranza dei ragazzi diplomati in istituti tecnici e professionali si dichiara soddisfatta della scelta scolastica e la ripeterebbe. A tre anni dal diploma, poi, ha trovato lavoro la maggioranza dei diplomati in istituti tecnici e professionali, di questi quasi la metà ha un contratto a tempo indeterminato.


Anche dal punto di vista economico, inoltre, la retribuzione media dei diplomati in istituti tecnici e professionali è significativamente più alta rispetto ai diplomati in altre scuole, che sfruttano anche meno ciò che hanno appreso nei rispettivi corsi di studio. La sensazione, tuttavia, è che tutto questo non sia sufficientemente noto da parte delle famiglie e dei ragazzi.


Ecco spiegato il motivo che ha spinto la Confindustria di Cuneo a scendere in campo col progetto "Fai la scuola giusta". Appare essenziale ora come ora riportare sul giusto binario una situazione che, oltre a creare non poche difficoltà alle aziende del territorio, mette sempre più in apprensione una consistente fetta della nostra società alle prese con la ricerca della giusta occupazione, condizione necessaria per costruirsi un futuro.


Fai la scuola giusta è a Saluzzo, nel Salone municipale di Salita al Castello, Lunedì 5 dicembre alle ore 17


http://www.uicuneo.it/uic/associazione/progetti/failascuolagiusta.uic

giovedì 17 novembre 2011

Strade pulite a Londra con i cestini parlanti

cestiniparlanti.jpgCome convincere i sudditi di Sua Maestà a tenere pulita Londra? Divertendoli e incentivantoli con un sorriso a gettare i rifiuti nei cestini parlanti.


Ne sono stati installati, per ora, venticinque a Londra e altrettanti a Liverpool come iniziativa dell’associazione Keep Britain Tidy che con la campagna Love where you live vuole sensibilizzare i cittadini alla pulizia delle strade che costa ogni anno ai contribuenti oltre 1 milione di euro.


Altri cestini parlanti saranno installati nelle prossime settimane e le loro collocazioni saranno rivelate via mail. A animare i cestini le voci (qui l’elenco) di presentatori Tv, campioni dello sport e vincitori delle edizioni inglesi di Xfactor. Dalla candid camera, nel video dopo il salto, sembra emergere che il divertimento è effettivamente un incentivo a gettare rifiuti.




sabato 12 novembre 2011

A Reims l'autobus va a champagne

scania.JPGA Reims città francese della regione Champagne-Ardenne testano per tre mesi OmniCity 100 autobus pubblico alimentato a etanolo ottenuto dagli acini delle uve usate per lo champagne. Il principio è usare carburante locale per il trasporto locale.


A effettuare l’esperimento assieme all’amministrazione di Reims la Veolia-Transdev e Scania. Le due aziende hanno avuto l’idea di iniziare a usare gli scarti delle uve da champagne per produrre bioetanolo. A gestirne la produzione la cooperativa locale Raisinor.


Grazie al bioetanolo si conta di ridurre del 70% le emissioni di C02 e si risparmiano soldi anche grazie alle detrazioni fiscali.

giovedì 10 novembre 2011

Da sarti a falegnami, allarme estinzione mestieri

falegname.jpgIl vecchio orologio del nonno in un prossimo futuro pare destinato a restare nel cassetto, cosi' come sullo scaffale il libro con la copertina staccata, il segno della botta sull'auto o l'orlo del pantalone lungo: c'e' il rischio, infatti, che nessuno sappia piu' porvi rimedio. A dare ascolto alle previsioni della Cgia di Mestre, nei prossimi 10 anni una lunghissima serie di lavori manuali dell'artigianato e dell'agricoltura sono a rischio estinzione. Il perche' e' presto detto: c'e' un problema di ricambio generazionale. La differenza tra gli occupati nei settori presi in esame che sono sopra i 55 anni e i 'giovani' tra i 15 e i 24 anni da' 385.700 unita': il numero di figure professionali che potrebbero mancare da qui al 2021.


La lista dei lavori a rischio, secondo li''associazione artigiani, include gli allevatori di bestiame nel settore zootecnico, i braccianti agricoli e una sequela di mestieri artigiani come i pellettieri, i valigiai, i borsettieri, i falegnami, gli impagliatori, i muratori, i carpentieri, i lattonieri, i carrozzieri, i meccanici auto, i saldatori, gli armaioli, i riparatori di orologi e di protesi dentarie, i tipografi, gli stampatori offset, i rilegatori, i riparatori di radio e Tv, gli elettricisti, gli elettromeccanici, addetti alla tessitura e alla maglieria, i sarti, i materassai, i tappezzieri, i dipintori, gli stuccatori, i ponteggiatori, i parchettisti e i posatori di pavimenti. Nella mappa delle principali professioni a rischio estinzione, anche figure professionali piu' ''generiche'' come gli autisti, i collaboratori domestici, gli addetti alle pulizie, i venditori ambulanti, gli uscieri e i lettori di contatori. Per arrivare alla mappatura di categorie professionali che potrebbero diventare solo un ricordo, la Cgia ha calcolato il numero di occupati presenti oggi nelle principali professioni manuali compresi nelle due fasce d'eta' e ha poi ha misurato il tasso di ricambio, riuscendo cosi' a stilare una prima graduatoria per mestieri. Infine ha stimato il numero delle figure che, presumibilmente, verranno a mancare nei prossimi 10 anni per ciascuna attivita'.


A pagare lo scotto del mancato ricambio nel confronto tra 'giovani' e 'vecchi' del mestiere, sul piano numerico, a guidare la graduatoria e' la categoria''Collaboratori domestici ed assimilati, addetti non qualificati a servizi di pulizia in imprese ed enti pubblici, spazzini e altri raccoglitori di rifiuti ed assimilati'' con -96.783; a seguire 'Autisti di autobus, tram, filobus, camion e mezzi pesanti' con un -51.503; poco piu' sotto 'Agricoltori e operai agricoli di vivai, in pieno campo, coltivatori di fiori' con -49.909.


'Falegnami, impagliatori, cestai e spazzolai'? -12.556; ''Sarti, modellisti, cappellai, tappezzieri, materassai, ricamatori a mano''? - 15.472. ''Premesso che non siamo in grado di prevedere se nei prossimi anni cambieranno i fabbisogni occupazionali del mercato del lavoro italiano - spiega Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia - siamo comunque certi di tre cose. La prima: fra 10 anni la grandissima parte degli over 55 censiti in questa mappa lascera' il lavoro per raggiunti limiti di eta'.


La seconda: visto il forte calo delle nascite avvenuto in questi ultimi decenni, nel prossimo futuro si ridurra' ancora di piu' il numero dei giovani che entreranno nel mercato del lavoro, accentuando cosi' la mancanza di turn-over. La terza: se teniamo conto che i giovani ormai da tempo si avvicinano sempre meno alle professioni manuali, riteniamo che il risultato ottenuto in questa elaborazione sia molto attendibile''. Ma come si puo' invertire questa tendenza? Per Bortolussi e' ''difficile trovare una soluzione che in tempi ragionevoli sia in grado di colmare un vuoto culturale che dura da piu' di 30 anni''.


Bisogna, dice, rivalutare sul piano sociale il lavoro manuale e non pensare, come avviene in tante famiglie, che sia l'ultima spiaggia in presenza di fallimenti scolastici. ''Attraverso le riforme della scuola avvenute in questi ultimi anni e, soprattutto, con il nuovo Testo unico sull'apprendistato approvato nel luglio scorso - conclude Bortolussi - qualche passo importante e' stato fatto. Ma non basta. Bisogna fare una vera e propria rivoluzione culturale per ridare dignita', valore sociale e un giusto riconoscimento economico'a tutte quelle professioni dove il saper fare con le proprie mani costituisce una virtu' aggiuntiva che rischiamo di perdere''.

lunedì 7 novembre 2011

Marie Curie


marie_curie.jpgE' importante ricordare, nell'anniversario della nascita, uno dei personaggi chiave della scienza moderna, due premi nobel, in chimica e fisica.


Marie Sklodowska Curie nasce il 7 novembre 1867 a Varsavia da una famiglia cattolica assai numerosa, tanto che la futura scienziata e premio Nobel era la più giovane di cinque figlie. 


La madre (morta fra l'altro in seguito a tubercolosi quando lei aveva meno di undici anni), era pianista, cantante e professoressa; il padre, invece, esercitava la professione di insegnante di matematica e fisica. 


Anche la piccola Marie, convinta della sua intelligenza e delle sue capacità, decide di studiare fisica, a dispetto del fatto che questa scelta fosse inizialmente assai osteggiata. L'idea che una donna potesse intraprendere la carriera scientifica era inconcepibile per quel tempo.


Finiti dunque gli studi superiori a quindici anni, per gli otto successivi lavora come precettrice e istitutrice allo scopo di per potersi sostenere le spese universitarie. Infatti, nel novembre del 1891, visto e considerato che l'università di Varsavia era interdetta alle donne, Marie e la sorella maggiore Bronia si trasferiscono in Francia per iscriversi e studiare alla celebre Sorbonne, il prestigioso ateneo parigino. Durante il tempo libero, inoltre, non contenta dei già ardui compiti a cui il programma dell'Università la sottoponeva, cerca di portarsi avanti il più possibile studiando in autonomia matematica e fisica. 


A Parigi, comunque, Marie farà un incontro importante, quello di Pierre Curie, un professore della scuola di Fisica, che il 26 luglio 1895 diventa suo marito e poi, successivamente, "compagno di laboratorio" nella ricerca scientifica. Nel 1897 nasce la prima figlia Irène e nel dicembre del 1904 la seconda, Eve. Nello studio della radioattività, condotto con mezzi rudimentali e senza aiutanti, i due coniugi scoprono due nuovi elementi chimici, il radio e il polonio.


La scoperta viene annunciata il 26 dicembre 1898 all'Accademia delle Scienze a Parigi e, nel 1902, riceve il premio Nobel per la Fisica con Becquerel. 


Dopo la tragica morte del marito avvenuta nel 1906, Marie Curie continua a lavorare nel suo laboratorio, viene chiamata alla cattedra alla Sorbonne (la stessa che fu del marito) e riesce a isolare il polonio puro e il radio puro. Per questo successo, nel 1911, viene insignita con il premio Nobel per la Chimica.


I coniugi Curie avrebbero potuto guadagnare molto dalle scoperte che fecero e dal loro enorme potenziale intellettivo. Invece, per tutta la vita preferirono perseguire una concezione altamente disinteressata della scienza: Marie e Pierre donarono all'umanità i risultati della loro ricerca, senza pretendere mai nulla in cambio. Durante la Prima Guerra mondiale, inoltre, Marie Curie si è prodigata in molti modi per alleviare il dramma dei combattenti. Recatasi al fronte con la figlia Irène per assistere i feriti, inventò le famose Petit Curie, delle automobili attrezzate con apparecchiature a raggi X. Nel 1912 fondò l'Institut du Radium, che diresse fino al 1932 quando la direzione passò alla figlia Irène. Oggi chiamato Institut Curie, è tuttora un'importante istituzione scientifica per la ricerca sul cancro.


Marie Curie, per ironia della sorte, morì il 4 luglio del 1934 di anemia perniciosa in conseguenza della lunga esposizione alle sostanze radioattive.

sabato 5 novembre 2011

Scuola superiore: come fare la scelta giusta

guida_orientamento.jpgE' tempo di iscrizioni alla scuola superiore: prima di fare la scelta definitiva, è importante riflettere un'ultima volta su quali siano le proprie aspirazioni, sul programma che ci si troverà ad affrontare e sui reali sbocchi consentiti dal corso di studi prescelto. Questo perché, stando alle statistiche, i ragazzi italiani abbandonano molto presto la scuola e molti lo fanno prima di aver conseguito un titolo di studio superiore, così quasi la metà degli italiani ha solo la licenza media ed un'obiettiva difficoltà a trovare lavoro. Le cause dell'abbandono possono essere molteplici, ma sopratutto una scelta degli studi superiori poco oculata favorisce il verificarsi di tale fenomeno.


Gli esiti di una scelta sbagliata. In primo luogo, l'interruzione degli studi può essere il risultato dell'impossibilità di proseguire, a causa dei ripetuti fallimenti sul piano del rendimento, di un rifiuto nei confronti di una realtà frustrante (come avere brutti voti all'interno di una classe modello) o di una situazione di disagio psicologico maturato nel contesto scolastico (come il bullismo). In altre situazioni, invece, l'abbandono è il triste epilogo di una scelta scolastica fatta dalla famiglia e non condivisa. Di solito, in questo caso, lo scarso interesse è evidente dall'atteggiamento: senso di noia, di scontentezza, a volte circoscritto alla scuola, ma più spesso generalizzato e al quale non si sa dare un significato. In questi casi non si verifica immediatamente un vero e proprio abbandono della scuola, ma un abbassamento del rendimento accompagnato da scarsa fiducia nelle proprie capacità. Ma un abbassamento di impegno e determinazione fin dall'inizio mette a riscio la prosecuzione e impedisce di superare le normali difficoltà del passaggio ad un ordine di scuola superiore.


Ecco cosa valutare per impedire che un indirizzo di studi sbagliato porti all'abbandono. Una scelta personale. In generale, è normale che la famiglia, come pure gli insegnanti della scuola media, diano consigli su quale possa essere il percorso più affine alle aspirazioni, ma è importante che la scelta definitiva sia stata fatta dal giovane e non da altri al suo posto.


Ma non è facile per un ragazzo di 13 anni operare a tale età una scelta che impatterà sul suo futuro professionale, oltre a non sapere ancora bene che cosa si desidera veramente per sé stessi. Di fronte a tale difficoltà di scegliere molti finiscono col chiedere consiglio ai genitori. Ed in seguito a questa richiesta di consiglio si nasconde una delega alla scelta in cui l'indicazione fornita dal genitore viene fatta propria, pur non desiderandola del tutto o in parte. Gli stessi genitori nel fornire un consiglio potrebbero essere influenzati, inconsapevolmente, dalle proprie aspettative mancate o da desideri, più o meno consci, sul futuro dei propri figli. Ad esempio un genitore che avrebbe voluto fare gli studi classici al posto di quelli tecnici o scientifici, potrebbe “riscattare” la scelta mancata attribuendola come scelta al proprio figlio. O il genitore che da grande avrebbe voluto fare tutt'altro come professione , il medico al posto dell'avvocato ad esempio, potrebbe strutturare per il proprio figlio un percorso di studi finalizzato a realizzare la professione mancata.


In questi casi serve la maturità dei genitori che non devono lasciarsi nè influenzare dalle proprie aspettative mancate, né tentare di sostituirsi al ragazzo. L'ideale sarebbe aiutarlo a capire le sue inclinazioni e i suoi interessi. Inoltre i genitori nel consigliare si trovano di fronte ad un bivio: ‘scuola utile' per il futuro lavorativo o ‘scuola interessante'per il ragazzo ?. Nello scegliere bisogna tener conto che il mercato del lavoro cambia velocemente, ciò che è utile oggi potrebbe non esserlo domani, ma se il ragazzo studia senza interesse potrebbe interrompere precocemente gli studi e non sarebbe felice. E' bene dunque che la famiglia ragioni tenendo sempre come punto di riferimento la personalità del ragazzo, le sue attitudini ed i suoi interessi. Riassumendo: Scelta o consiglio come processo e non come contenuto


Allo stesso modo, non bisogna cadere nel trabocchetto di iscriversi alla scuola che scelgono gli amici. Di solito, questo accade ai giovani più insicuri ed in questo caso, è necessario focalizzare i punti di forza ed i talenti che distinguono ognuno di noi e che possono essere valorizzati solo scegliendo un iter scolastico mirato.


Anche dopo aver fatto la pre-iscrizione è importante fare un sopralluogo della scuola scelta, fissare un incontro con il preside o con una persona che sia preposta all'accoglienza e farsi spiegare esattamente quali discipline saranno affrontate non solo al primo anno, ma nell'arco di tutto l'iter che porta al diploma. Spesso, infatti, c'è il rischio di farsi un'idea molto generica dei vari indirizzi di studio, viziata dalle esperienze di fratelli maggiori o di amici che possono essere state, per vari motivi, positive ma anche negative. Così si crede che fare lo scientifico significhi solo essere molto bravi in matematica, mentre si sceglie il liceo artistico solo se si ama la pittura. Trovarsi di fronte a discipline sconosciute o prese alla leggera è uno dei fattori che porta a “lasciare” nell'arco del tempo.


C'è tempo per cambiare. Anche se l'anno scolastico è iniziato ed i libri sono stati acquistati, non bisogna escludere l'opportunità di cambiare scuola. Se dopo qualche settimana si rimane insoddisfatti verso il nuovo corso di studi, è importante valutare questa ipotesi anche se un leggero smarrimento o una forte tensione possono essere considerate normali nei primi giorni.


Qualche link utile:


http://www.atlantedelleprofessioni.it/index.php?ID=2


http://www.berufskunde.com/4DLINK1/4DCGI/06IPi/settori-professionali

giovedì 3 novembre 2011

Energia dal vento fai da te

Ridgeblade.jpgL'energia del vento è utilizzata fin dall'antichità per la navigazione oppure per azionare i mulini a vento che non sempre macinavano il grano: spesso la loro loro funzione era far funzionare le pompe per attingere acqua. Oggi col vento si fa elettricità e sui crinali montuosi spuntano tralicci che sfoggiano sulla sommità mostruose pale. Sono le torri eoliche, componenti di una strategia per beneficiare di energia gratuita (il vento non si paga). Sono un modo per ridurre la dipendenza dalle fonti energetiche non rinnovabili come il petrolio, il carbone, il gas naturale. Utilissime le torri eoliche, ma ingombranti, rumorose, costose. Impiantate in un contesto ambientale di grande bellezza possono deturparlo: molti ecologisti denunciano questo rischio.


Se al vento non si deve rinunciare, basta sposare la logica del «piccolo è bello» e della produzione energetica a chilometro zero. Come? Con un mini impianto eolico sul tetto di casa, sufficiente al fabbisogno elettrico di una famiglia. Una azienda inglese dello Yorkshire propone il suo Ridgeblade (letteralmente pala da colmo), innovativa turbina che piazzata sulla linea di sommità delle tegole sfrutta ogni alito di vento, anche un soffio di bassa intensità e di direzione variabile. L'impatto visivo è minimo. Il rumore insignificante. Il risultato - dicono - è invece assicurato: le luci si accedono e gli elettrodomestici funzionano.


Peccato che in Piemonte non ci sia molto vento.

mercoledì 2 novembre 2011

Imparare a studiare

647.jpg«Se ti si potesse aprir la testa, ci si troverebbe un pezzo di strutto al posto del cervello». «Hai la testa bacata». «Sei troppo stupido per qualcosa di buono». I tre bambini liquidati con queste amare profezie furono, rispettivamente, lo scrittore inglese G.K. Chesterton, l'inventore americano Thomas Edison e il fisico tedesco Albert Einstein.


Da piccoli non sembravano intelligenti. In seguilo si rivelarono dei veri geni. Casi del genere, anche meno noti, ne sono successi tanti. E ne succedono ancora. Perché è molto difficile dare una definizione di intelligenza. Forse la definizione migliore è quella dello psicologo David Lewis: l'intelligenza è la capacità di vedere e risolvere i problemi.


Questo inserto di Mondo Erre, la nota rivista per ragazzi, penso che possa essere di aiuto a molti studenti che per un motivo o per l'altro non hanno ancora fatto proprio un buon metodo di studio.


Vi invito a leggerlo con attenzione.


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martedì 1 novembre 2011

7 miliardi

World Population and Oil-anteprima-500x330-504207.jpgIn questi giorni l'umanità tocca la soglia dei 7 miliardi di persone. Mai nella storia eravamo stati così tanti. 


I precedenti record venivano celebrati in tutto il mondo come il grande risultato della modernità, come vittoria della nostra specie, come conferma del predominio e del controllo del pianeta ormai acquisito. Ci si compiaceva della vita più lunga, della fame ormai vinta, almeno da noi, delle guerre e delle pestilenze ricordo lontano. Era tutto un rallegrarsi.


Oggi l'evento è annunciato con un sottofondo di paura, una sottointesa preoccupazione.


Date un'occhiata al grafico e vedrete che il mondo è stato poco popolato fino a non molto tempo fa. Anzi, noterete come la crescita esponenziale della popolazione mondiale (linea blu) è stata resa possibile dalla crescente disponibilità di energia relativamente a basso costo, carbone e soprattutto petrolio (linea rossa).


Ma sappiamo bene che il petrolio a basso costo è ormai agli sgoccioli.


Vediamo anche che i Paesi oggi economicamente più in forma sono quelli che crescita demografica: Cina, India, Brasile. Europa e Stati Uniti sono vecchi, impauriti e in crisi. Pernsano: cosa sarà del nostro futuro?


La sfida è grande ma anche le nostre capacità di invenzione e innovazione.


Certo occorrerà essere capaci di uscire da vecchi schemi, vecchie abitudini, vecchi interessi.


Un mondo nuovo si apre davanti a noi.