sabato 28 gennaio 2023

Un futuro a idrogeno

L'idrogeno grigio comporta molte emissioni di carbonio. Ora, una soluzione è cercare di catturare quelle emissioni di carbonio dal camino e immagazzinare la CO2 nel sottosuolo: non si può catturare ogni singolo atomo di carbonio ma molto. Questa soluzione è comunemente nota come idrogeno blu. La tavolozza dei colori cresce da lì in poi. C'è l’idrogeno nero (prodotto dal carbone), l’idrogeno rosa (prodotto dall'energia nucleare), l’idrogeno turchese (prodotto ancora dal metano ma in altro modo) e così via. Ma il Santo Graal dell'idrogeno in questi tempi è "idrogeno verde". L'idrogeno verde si ottiene dall’acqua (H2O) con il procedimento dell’elettrolisi. Si usa energia da fonti rinnovabili, sia essa eolica, solare o idroelettrica e si spezza la molecola H2O. Il gas di scarto non è più carbonio, come per il metano, ma ossigeno, quindi senza problemi per l’ambiente. Avete una fonte di idrogeno davvero verde.

Ora, non c'è niente di particolarmente nuovo nell'elettrolisi. La usiamo per creare importanti sostanze chimiche in questo Paese e altrove da più di un secolo. Non c'è infatti nulla di nuovo nell'idea di utilizzare l'idrogeno come combustibile del futuro. Da decenni si parla di questo carburante che cambia il mondo ma non è ancora successo. Come mai? Bene, questo ci porta alla seconda cosa che dovete sapere sull'idrogeno: è davvero piuttosto costoso da produrre, almeno nella sua forma verde.

Il gas idrogeno non esiste in forma naturale. A differenza del gas naturale o del petrolio, non è un combustibile che la natura ci ha fornito. Il motivo per cui abbiamo tutti quei diversi colori di idrogeno è che dobbiamo produrlo e ci sono tutti i modi per farlo ma per produrre idrogeno è necessario impiegare più energia di quella che si può ottenere bruciando il gas. Bisogna considerare che produrre un chilogrammo di idrogeno grigio (da metano) costa circa 1 dollaro, mentre fare un chilo di idrogeno verde, invece, costa circa 5 dollari.

Su alcuni utilizzi sembra ormai certo che l’idrogeno non avrà futuro. E’ il caso delle automobili: la tecnologia della batterie avanza rapidamente, i prezzi, lentamente, scendono, una rete capillare e diffusa per la distribuzione dell’idrogeno è costosissima da creare, mentre la rete per la distribuzione dell’energia elettrica esiste. Ma c’è un campo fondamentale in cui questo gas pulito sarà protagonista nel futuro. L'energia rinnovabile è intermittente. Il sole splende solo di giorno, altre volte è nuvoloso; il vento non soffia tutti i giorni. Quindi abbiamo bisogno di una sorta di riserva per conservare l’energia per quei momenti in cui non è generata dalle rinnovabili. Al momento, tale riserva è fornita dal gas naturale e (in misura minore) dal nucleare. Abbiamo alcuni serbatoi a pompaggio che possono immagazzinare un po' di energia, ma non più di tanto. Le batterie possono immagazzinare una modesta quantità di energia, avremmo bisogno di un numero sbalorditivo di esse per mantenere la rete per ore o giorni.

Quindi è qui che entra in gioco l'idrogeno. Quando il vento soffia forte, inviamo quell'energia alle celle di elettrolisi e produciamo idrogeno verde, che poi funge da mastodontica batteria nazionale: quando abbiamo bisogno di energia di riserva, lo utilizziamo per produrre elettricità. Strizzate un po’ gli occhi e potete immaginare un futuro in cui, con abbastanza turbine eoliche e abbastanza impianti di idrogeno verde il mondo potrebbe avere un sistema elettrico veramente verde.


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