giovedì 24 febbraio 2022

Dormire per dimagrire: è il sonno l'arma contro l'obesità?

C'è un modo per perdere peso, quando dimagrire è una necessità medica, che potrebbe risultare più piacevole di quanto si pensi. Secondo uno studio pubblicato su una famosa rivista di medicina, chi dorme di più eccede meno nella quantità di cibo. Dormendo meglio si ottiene una migliore regolazione dell'appetito.

Un'equipe di scienziati del Centro per il Sonno dell'Università di Chicago Medicine ha lavorato su 80 volontari in una condizione di pre-obesità. In media queste persone dormivano meno di 6,5 ore a notte: nel corso dello studio, metà di loro sono state affiancate da un consulente per migliorare ed estendere le ore di sonno, per esempio adottando alcune buone abitudini, come non andare a letto con il cellulare in mano. L’obiettivo era prolungare il riposo notturno fino a 8,5 ore.

L'estensione del sonno è coincisa con una riduzione del fabbisogno energetico e con l'assunzione in media di 270 kcal in meno al giorno. Studi precedenti avevano dimostrato che quando si dorme poco aumentano il bisogno di energie e l'assunzione di cibo. Ora si è capito che vale anche l'opposto: migliorando il sonno si regola spontaneamente anche l'appetito. Alcuni partecipanti hanno ridotto molto di più la quantità di cibo assunta, arrivando a tagliare 500 kcal al giorno, ma già 270 Kcal al giorno corrispondo a 12 Kg di peso perso in 3 anni. Un risultato notevole, senza dieta, senza fatica, dormendo.

lunedì 21 febbraio 2022

Linus Torvalds

Era il 1991 quando un giovane informatico finlandese di nome Linus Torvalds annunciò a una community di programmatori che stava creando un nuovo sistema operativo aperto, perché insoddisfatto del sistema operativo usato a quel tempo.  “E’ solo un hobby, non sarà mai una cosa seria”, scrisse Torvalds.

Il kernel è un piccolo programma che è alla base di un sistema operativo e ha la funzione di far dialogare  la macchina (tastiera, monitor, mouse, …) con le app.

Il 17 settembre 1991, Torvalds rilasciò la prima kernel (il cuore del sistema operativo) Linux: da allora quel progetto nato come hobby è diventato uno dei sistemi operativi open source più utilizzati, soprattutto tra i programmatori  ma anche in molte aziende. Dopo 30 anni, Linux ne ha fatta di strada: dopo essere rilasciato come software libero, oggi viene utilizzato per PC, server, smartphone e persino per i software per le automobili.

Il grande successo che Linux ha avuto è dovuto soprattutto a due fattori: essere un software open source e il lavoro di una community di sviluppatori, che continuano ad aggiornarlo anno dopo anno. Torvalds scelse infatti di rendere il suo sistema operativo aperto. Con la nascita di Internet e di una nutrita community di sviluppatori, Linux ha potuto crescere e migliorare anno dopo anno.

Pensate che all’inizio, Linux consisteva in appena 10.329 righe di codice e 88 file, includendo una sola app. Le attuali distribuzioni contengono oltre 28 milioni di righe di codice in 69.325 file. Oggi Linux rappresenta un sistema operativo stabile, sicuro e gratuito accessibile a tutti e continuamente aggiornato, che è stato integrato su centinaia di milioni di dispositivi in tutto il mondo. Per finire, anche il cuore (kernel) del  sistema operativo più diffuso sugli smartphone, Android, è derivato da Linux. 


giovedì 17 febbraio 2022

Michiaki Takahashi

Il doodle Google di oggi è dedicato allo scienzato Michiaki Takahashi, nato nel1928 a Osaka (Giappone) inventore del primo vaccino contro il virus che provoca la varicella.Morto nel 2013, iniziò a lottare contro la varicella dopo che suo figlio di tre anni sviluppò una forma grave della malattia. Takahashi si era laureato all'Università di Osaka per poi iniziare nel 1959 il suo percorso all'Istituto di ricerca per le malattie microbiche della sua università. Dopo aver studiato i virus del morbillo e della poliomielite, Takahashi nel 1963 accettò una borsa di ricerca negli Stati Uniti. Fu proprio qui che il figlio si ammalò seriamente, dopo essere stato a contatto con un bambino che aveva la varicella, e che lo studioso concentrò il suo lavoro contro questa malattia altamente trasmissibile.

Nel 1965, Takahashi tornò in Giappone e iniziò a coltivare virus vivi ma indeboliti della varicella in tessuti animali e umani. Nel 1974, il primo vaccino contro il virus che causa la varicella era pronto. Seguirono rigorose ricerche con pazienti immunodepressi che confermarono l'alta efficacia del vaccino. Nel 1986, quello sviluppato da Takahashi fu l'unico vaccino contro la varicella approvato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.

martedì 8 febbraio 2022

Il packaging


Il packaging è la confezione o l’imballaggio di un prodotto, ed è un elemento di fondamentale importanza nel marketing. L’aspetto esterno di un prodotto, infatti, è un po’ il biglietto da visita dell’azienda produttrice, nonché fattore sul quale il cliente si basa quando sceglie di acquistarlo; ecco perché nel packaging il design gioca un ruolo fondamentale, sia per l'identità del brand (marchio)sia, appunto, per l’attrattività del prodotto stesso.

Esiste una vera e propria psicologia il packaging: proprio come accade per le pubblicità, l’aspetto esterno e anche quello estetico di un prodotto contribuisce ad attrarre l’attenzione dei potenziali clienti. Esistono diversi studi che spiegano come l’idea dell’acquisto e della necessità di un prodotto e il desiderio di possederlo nascano nella mente dei consumatori molto prima di entrare in un negozio.

Il nostro cervello infatti riceve inconsapevolmente dei messaggi dalle pubblicità così come dal packaging stesso, delle informazioni che immagazzina anche se inizialmente quel prodotto sembra non interessarci. Questi messaggi attivano tutti e cinque i sensi ed è proprio attraverso le percezioni ricevute che siamo poi indotti a comprare un prodotto piuttosto che un altro.

La vista è il primo senso che viene stimolato: ecco perché ogni aspetto del graphic design del packaging va stabilito e realizzato nei minimi dettagli e con la massima cura per far sì che la confezione attiri subito lo sguardo di chiunque la veda. Ma i vantaggi di un packaging dal design giusto non finiscono qui: un packaging personalizzato e originale, infatti, permette anche di distinguersi da tutte le altre marche e di sfruttare il fattore emozionale, suscitando reazioni piacevoli che restano impresse nella mente del consumatore. 

La forma di una confezione conta moltissimo in quanto più è originale e seducente e più indurrà i potenziali clienti ad acquistare il prodotto. Il lettering è forse l’elemento chiave: realizzare delle scritte originali, con i tipi di font più adatti al prodotto, con le dimensioni idonee ad attrarre l’attenzione, contribuisce a conquistare non solo l’attenzione, ma anche la fiducia del consumatore.

Poi interviene la psicologia dei colori: ogni sfumatura, infatti, suscita in noi una diversa reazione o percezione, per questo è importante scegliere quella più adatta a ogni singolo prodotto, onde evitare di provocare reazioni negative. Nel campo alimentare i colori caldi stimolano l’appetito perché associati all’idea di energia e dinamismo; il marrone richiama la terra e dunque suggerisce l’idea di prodotti dalla lavorazione artigianale; il verde indica i prodotti biologici. Nel packaging anche il materiale è importante: deve essere, infatti, piacevole al tatto oltre che alla vista. Inoltre, è bene utilizzare materiali riciclabili: un’azienda che si mostra consapevole e attenta al tema del rispetto dell’ambiente, infatti, fornirà ai clienti un’immagine di affidabilità e serietà.

mercoledì 2 febbraio 2022

Big-Migranti

Dalla fine di novembre Parag Agrawal è il nuovo capo di Twitter e si è aggiunto al gruppo sempre più folto di amministratori delegati che controllano le grandi aziende tecnologiche, migrati dall’IINDIA agli USA . A capo di Alphabet (la società che controlla Google)  troviamo, ormai dal 2015, Sundar Pichai, a capo di Microsoft, Satya Nadella,  da Adobe troviamo Shantanu Narayen, da  IBM, Arvind Krishna. Messi insieme, controllano aziende con un valore di mercato complessivo intorno ai 5mila miliardi di dollari (il doppio del PIL dell’Africa).

Hanno tutti in comune la  formazione in uno degli Istituti indiani di tecnologia, le università specializzate soprattutto nella formazione informatica. Gli IIT sono pubblici e la loro storia risale  al 1947, quando era nata la necessità di organizzare meglio la formazione universitaria in ambito scientifico e tecnologico nel paese.

Sono oggi presenti in 23 città dell’India e sono considerate università prestigiose non solo tra gli indiani, ma anche nei paesi occidentali dove è via via aumentata la domanda di ingegneri elettronici e informatici. La loro frequenza  garantisce grandi opportunità lavorative e per questo ogni anno milioni di giovani fanno domanda d’iscrizione con una selezione piuttosto severa (ne entra uno su cento).

Negli IIT, gli appartenenti alle classi più ricche hanno di solito maggiori opportunità di carriera, ma è comunque vero che la formazione ricevuta consente a chi parte più svantaggiato di trovare lavoro o di proseguire gli studi all’estero: gli Stati Uniti sono una delle principali destinazioni degli studenti delle IIT.

La rapida crescita degli ultimi decenni nel settore tecnologico negli Stati Uniti ha fatto sì che ci sia un’alta domanda di ingegneri informatici, che non può essere colmata attingendo unicamente dalle più importanti università statunitensi. Per questo motivo molte aziende cercano nuovi impiegati tra gli studenti degli IIT e le finanziano anche.