martedì 16 novembre 2021

Il traforo del Frejus compie 150 anni

C’era una volta il valico delle Alpi Cozie, il Passo del Fréjus, alto 2541 metri, fra la valle di Susa e la Maurienne, fra Bardonecchia e Modane. Da secoli era un passaggio atroce per l’uomo, difficile, pericoloso. Un ostacolo agli scambi commerciali tra il Sud e il Nord Europa: sotto quel passaggio, fu realizzata la prima galleria di grandi dimensioni in una montagna. 

Quest'anno ricorre il 150° anniversario dell’inaugurazione del Traforo ferroviario del Frejus, che collega il Piemonte con la Savoia. Fortemente voluto dal governo sabaudo e da Camillo Benso di Cavour per collegare finalmente il Piemonte con il resto dell’Europa.

Un’opera faraonica per l’epoca, il tunnel è lungo 12.847 metri, realizzata in appena 13 anni con le innovative tecniche di scavo degli ingegneri Sommelier, Grandis e Grattoni. Il tunnel rappresentò la prima grande opera di valico delle Alpi.

I lavori iniziarono nel 1857, con grande entusiasmo di Cavour (che tuttavia non ne vedrà il completamento, infatti morirà pochi mesi dopo l’unificazione d’Italia nel 1861). Interamente a doppio binario, l’opera ha subito diversi rimaneggiamenti, per adattarsi alle crescenti esigenze del trasporto ferroviario sempre in evoluzione.

Dopo l’iniziale esercizio con trazione a vapore (con non poche difficoltà, vista la necessità di ventilazione del tunnel e la scarsa potenza delle locomotive sulle ripide pendenze della linea), dal 1915 il tunnel fu elettrificato in corrente alternata, con sensibili miglioramenti nell’esercizio della linea Torino – Modane. Dopo i danneggiamenti della Seconda Guerra Mondiale, nel 1961 venne rifatta l'elettrificazione in corrente continua.



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