C'è chi il vento lo sente e chi invece lo osserva: è questo il compito dei ricercatori che lavorano con le gallerie del vento, ambienti utilizzati per studiare come si comporta il flusso di un fluido – di solito si tratta dell'aria - attorno a un solido.
Le gallerie del vento sono ambienti particolari costruiti in laboratorio in cui viene utilizzato un grosso ventilatore che genera un getto d'aria grazie al quale è possibile testare aerei, automobili, treni, elicotteri, camion e moto. Ma non solo: anche i ciclisti e gli atleti che fanno sport su ghiaccio – sci, bob, pattinaggio – le utilizzano, così pure vengono provati ponti, generatori eolici, portaerei e tutti i veicoli e oggetti che si muovono nell'aria.
Ma cosa si misura in una galleria del vento? Tipicamente le prove che si effettuano servono per misurare velocità, pressione, temperatura e forze esercitate dal fluido sul corpo. Il suo funzionamento si basa sul principio fisico della reciprocità: questo significa che per valutare come un'ala si comporta in volo è indifferente farla muovere nell'aria ferma o montarla in laboratorio e investirla con un getto d'aria.
I primi a costruire gallerie del vento sono stati gli inglesi Wenham e Phillips a fine Ottocento, cui seguirono i russi, i fratelli Wright negli USA nel 1902, Gustav Eiffel a Parigi. In Italia un notevole contributo alla ricerca aereodinamica lo diede Luigi Crocco a inizio Novecento.
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