Si chiama Almono, e si trova a Pittsburgh, in Pennsylvania. A guardarla dall’alto sembra una città fantasma, o per lo meno in fase di costruzione, ma in realtà non è neppure vera città: si tratta di un complesso di strade e incroci che si estende per più di 16 ettari (cioè un quadrato di 400 metri di lato) disegnato e realizzato esclusivamente per mettere alla prova gli algoritmi di machine vision e machine learning delle auto a guida autonoma.
Escluse infrastrutture ad uso prevalentemente umano, ad Almono non manca niente: gli edifici sono interpretati da container sparsi lungo gli isolati per ostacolare la visuale della carreggiata, gli incroci a quattro corsie hanno semafori funzionanti, le strade sono illuminate dai lampioni e la segnaletica orizzontale e verticale è sempre presente. Le Volvo XC90s di Uber possono così allenarsi in un condizioni molto simili a quelle reali senza mettere a repentaglio la sicurezza stradale di nessuno.
Affinché lo scenario di guida sia davvero realistico, gli ingegneri del gruppo hanno pensato di introdurre ad Almono degli elementi di disturbo: da guidatori scapestrati che non rispettano il codice a pedoni distratti che si lanciano sulla carreggiata senza preavviso; in questo modo gli algoritmi vengono addestrati a gestire gli imprevisti in modo sempre più affidabile. Una volta superata la fase di addestramento, i veicoli vengono fatti circolare nel mondo reale (per il momento in alcuni quartieri adiacenti ad Almono) ad accogliere veri passeggeri, ma sempre sotto la supervisione di un assistente di guida pronto a prendere il controllo in ogni momento.
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