domenica 30 ottobre 2011

Luca e Maria

Rompicapo.jpgLuca e Maria hanno insieme 18 anni.


Se si raddoppia l'età di Luca e si triplica l'età di Maria si ottengono 40 anni.


Qual è l'età dei due ragazzi?

sabato 22 ottobre 2011

La retata dei super studiosi

studiare_troppo.jpgEssere bravi non basta. Per andare all'università in Corea del Sud, Paese dell'Asia meridionale, bisogna essere i migliori. Genitori e insegnanti lo ripetono da anni. E i ragazzi hanno finito per crederci così tanto che sono disposti a dedicare ogni momento allo studio. Perfino le ore in cui dovrebbero dormire.


I test di ingresso alle tre università più prestigiose - quelle che garantiscono, dopo la laurea, un buon posto di lavoro - sono difficilissimi: per superarli ci vuole un anno di super impegno, con almeno 14 ore al giorno di studio ininterrotto. Per restare svegli e rendere di più, gli studenti ingurgitano ogni genere di pastiglia, mettendo a rischio la propria salute. Disturbi mentali, ipertensione, problemi cardiaci sono molto diffusi tra gli adolescenti a causa del forte stress. Per tanti, essere il primo della classe diventa un'ossessione.


I genitori, preoccupati, hanno chiesto aiuto al governo che ha imposto ai giovani di lasciare penna e quaderno entro le 22. E per far rispettare la legge, ha adottato un provvedimento originale: una pattuglia di funzionari percorre le città la notte alla ricerca degli adolescenti che invece di riposare, stanno fino a tardi sui libri. In Corea, infatti, non si studia a casa ma in appositi centri che fanno lezioni extra, la sera. I vigilanti li visitano uno dopo l'altro e riportano a casa i giovani fuori¬legge.


Le autorità vogliono rendere l'istruzione più umana e soprattutto meno competitiva. La rivalità esasperata è controproducente: i ragazzi diventano aggressivi, inflessibili e poco creativi. Per migliorare la situazione, il governo ha ora deciso di riformare i test di ingresso all'università.


Pensate di essere fra coloro che corrono questo rischio?

venerdì 21 ottobre 2011

Tolleranza zero per i vandali dell'arte

vandalo-danneggia-fontana-piazza-navona-294x165.jpgMartellano, imbrattano, sfregiano. I vandali dell'arte passano il loro tempo a colpire e mutilare il nostro patrimonio culturale. Nel Belpaese hanno gioco facile, dato che ad ogni angolo di strada si può trovare un bersaglio: una chiesa, un palazzo storico, un museo, un monumento, una fontana...


E, si sa, è impossibile controllare tutto, oltre che molto costoso. Inasprire le pene per chi si macchia di questi reati è la soluzione più a portata di mano. «Carcere e multe salate per gli sfregiatori dell'arte» ha promesso il ministro dei Beni culturali Giancarlo Galan, dopo che a Roma qualche settimana fa un uomo si è accanito contro la Fontana del Moro, colpendola ripetutamente con una pietra. Il risultato? Ridotto in frantumi il mascherone di una delle più belle fontane rinascimentali di piazza Navona.


Grazie alla generosità del Belize, un piccolo stato del Centro America, la fontana è stata restaurata a tempi di record. L'ambasciata del Belize a Roma ha deciso di rinunciare a festeggiare il giorno dell'indipendenza del proprio Stato pur di finanziare il restauro con una donazione di 15 mila euro.


Anche il ministro Galan si è dato da fare: ha messo a punto un disegno di legge che.se approvato dal Parlamento, introdurrà il delitto di danneggiamento dei beni culturali e paesaggistici, un reato punito con il carcere (fino a sei anni) e una multa massima di 10 mila euro.


Nel frattempo l'autore del misfatto, ripreso dalle telecamere presenti in piazza, è stato acciuffato. Ma è un senzatetto con problemi psichici: quindi non avrebbe potuto pagare la multa salata, né sarebbe finito dietro le sbarre, ma in un ospedale psichiatrico, dove infatti si trova.

sabato 15 ottobre 2011

In India non più dì 100 sms al dì

sms-gratis.jpgDetta così sembra una prescrizione medica. Si tratta invece di una nuova norma stabilita in India dall'autorità che regola le telecomunicazioni. Da un telefonino non si possono mandare più di 100 messaggini al giorno.


La misura si è resa necessaria per difendere i consumatori dalla pioggia di sms pubblicitari con offerte promozionali, che invade i cellulari e che non si interrompe neppure di notte. Tutti gli operatori telefonici stanno imponendo questo limite per ogni carta Sim.


La restrizione - che non vale per i servizi di emergenza, le banche, le compagnie aeree e i sociale network - ha suscitato polemiche e critiche perché in certi casi, si dice, impedisce comunicazioni utili. Basta pensare alle scuole, agli uffici stampa o alle organizzazioni che vogliono lanciare campagne sociali. Proprio vero?

martedì 11 ottobre 2011

Un sogno al carbonio

pistorius19-703287.jpgFino a un anno d'età, per rincorrere gli altri bambini Haflidi strisciava carponi come Pisellino di Braccio di Ferro. Lui rideva, mentre la sua giovane mamma di nascosto piangeva, perché il bambino era nato senza gambe e lei sapeva che non avrebbe mai potuto correre felice come gli altri per i prati verdi della loro Islanda.


Poi un giorno, i genitori di Haflidi - che oggi ha sei anni - vedono alla tv la storia di Oscar Pistorius, il grande atleta sudafricano, al quale furono amputate le gambe da bambino. Era come se, dal video, Oscar si rivolgesse esclusivamente a quel papa e a quella mamma disperati, quando ripeteva: «Grazie a queste due protesi, ho praticato tutti gli sport e corro talmente veloce che sono diventato un campione paralimpico dei 100 dei 200 e i 400 piani». La mamma di Haflidi quel giorno pianse sì, ma di gioia, prese in braccio il suo piccolo e gli promise: «Presto anche tu correrai come Pistorius».


Promessa mantenuta. Con quelle protesi, simili a quelle di Oscar, ora Haflidi non smette di correre. Si ferma solo quando alla tv trasmettono le gare di Pistorius, il quale bacchetta tutti quelli che non hanno vissuto l'esperienza del papa e della mamma di Haflidi: «Spesso,quando ho i pantaloncini corti, i bambini mi fissano. I genitori li sgridano di nascosto, invece di spiegare loro la mia condizione». La condizione di chi oggi, grazie alla tecnologia, anche senza gambe non si deve accontentare di sognare di correre.

lunedì 10 ottobre 2011

Facebook, i miei dati in 1200 pagine

facebook-privacy.jpgE’ un povero illuso chi pensa di aprire pagine su Facebook, scambiare foto e notizie personali e riuscire contemporaneamente a custodire la propria privacy. Nulla di ciò che pubblichiamo su internet va perduto.Tutto può essere utilizzato e diffuso a nostra insaputa.


Se ancora si volesse una prova di ciò basterebbe la storia di Max Schrems, studente austriaco di 23 anni, che ha chiesto a Facebook di poter visionare - per una ricerca - i dati registrati sul proprio conto. Il risultato è stato impressionante, anzi spaventoso: Max si è visto recapitare un CD con 1200 pagine di dati. Ovvero tutto quanto era stato pubblicato su di lui nel giro di tre anni, perché l'archivio di Facebook non cancella nulla.


Lo studente ha presentato 22 denunce al Garante della privacy contro Facebook ma non ha cancellato il profilo sul social network. Pubblicizzando il proprio caso, ha detto, vuole mettere in guardia i navigatori ingenui e diventare il paladino della trasparenza della Rete dalla parte degli utenti.

giovedì 6 ottobre 2011

Steve Jobs

steve-jobs.pngDopo lunga malattia il fondatore della Apple e inventore di ipod, iphone, ipad, è morto fra la sua famiglia nella notte scorsa.


Voglio riicordarlo con alcuni brani del discorso che fece all'Università di Stanford il 12 giugno 2005 in occasione della consegna dei diplomi di laurea.


Dovete trovare ciò che amate. E questo è tanto vero per il vostro lavoro quanto per chi vi ama. Il lavoro riempirà gran parte della vostra vita e l'unico modo per essere veramente soddisfatti e quello di fare quello che pensate sia il lavoro migliore. E l'unico modo per fare il lavoro migliore e quello di amare quello che fate. Se non lo avete ancora trovato, continuate a cercare. Non vi fermate. Come tutti gli affari di cuore, lo saprete quando lo troverete. E, come nelle migliori relazioni, diventerà sempre migliore al passare degli anni. Quindi, continuate a cercarlo fino a quando non l'avrete trovato. Non fermatevi.


Nessuno vuole morire. Neanche chi vuole andare in paradiso vuole morire per arrivarci. E nonostante tutto, la morte è la destinazione che condividiamo. Nessuno vi è mai sfuggito. E così dovrebbe essere perchè la Morte è probabilmente l'unica, migliore invenzione della Vita. E' l'agente di cambiamento della Vita. Elimina il vecchio per far spazio al nuovo. Proprio adesso il nuovo siete voi, ma un giorno non troppo distante da oggi, diventerete gradualmente il vecchio che deve essere eliminato. Mi dispiace essere così drammatico, ma questa è la verità. Il vostro tempo è limitato, quindi non sprecatelo vivendo la vita di qualcun altro. Non lasciatevi intrappolare dai dogmi - che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altri. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui lasci affogare la vostra voce interiore. E, cosa più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore ed il vostro intuito. Loro sanno già quello che voi volete veramente diventare. Tutto il resto è secondario.


 


 

domenica 2 ottobre 2011

Chi ha paura dell'istruzione tecnica?

giovani.jpgNegli ultimi anni si registra la tendenza manifestata da studenti in uscita dalla scuola secondaria di primo grado ad iscriversi in prevalenza ai licei, con prevalenza dello scientifico. Gli Istituti tecnici perdono terreno e ancor più gli Istituti professionali. Nello stesso tempo allarmano sempre di più l'aumento della disoccupazione giovanile e la percentuale di giovani che - scoraggiati - hanno rinunciato a studiare ma anche a cercare lavoro. 


Ora alcuni segnali sembra che arrivino dalle istituzioni. Il Ministero dell'Istruzione intende dare nuovo impulso agli istituti tecnici, mentre il Ministro del Lavoro intende ripensare la legge sull'apprendistato per integrare meglio studio e lavoro.


Si tratta anche di ripensare l'orientamento dei giovani che devono intraprendere un nuovo ciclo di studi per colmare in qualche misura il divario tra l'offerta formativa e i fabbisogni lavorativi e professionali scoperti. Certo, non è agevole ridimensionare la diffidenza che le famiglie manifestano verso i percorsi dell'istruzione tecnica e professionale da proporre ai propri figli.


In altri paesi le cose non stanno così. E' assai noto l'esempio che si menziona ricorrentemente delle Fachochschulen tedesche, ma anche in Francia (con le Sezioni di tecnici superiori), in Svezia ( con i corsi AVE, Advanced Voca-tional Education), nella stessa Confederazione Elvetica sono apprezzati convenientemente e valorizzati percorsi d'istruzione tecnica e professionale ai quali viene riconosciuta, come a quelli di formazione generale, dignità non solo giuridica e formativa.


Una cultura tecnica non deve necessariamente essere priva di sapere, che ne è il presupposto per promuoverne il successo e il continuo avanzamento sul terreno dell'ideazione, della progettualità, così come della capacità di risolvere i problemi. E' così difficile riconoscere che una cultura è degna di questo nome anche quando consente all'uomo di nutrire il proprio spirito attraverso la scien¬za, la tecnica e la tecnologia e non soltanto con le lettere e la filosofia?