La creatività dei computer
invece replica il processo creativo umano attraverso algoritmi e reti
neurali, fa eseguire comportamenti che sarebbero considerati creativi se
eseguiti da umani. Le AI moderne possono generare testi, immagini, musica e
persino soluzioni innovative, ma il loro approccio si basa su grandi quantità
di dati esistenti: l'AI può produrre soluzioni sorprendenti, ma si limita a
rielaborare schemi preesistenti senza una comprensione profonda del contesto o
delle emozioni.
Poi c’è il tema delle “allucinazioni” dell'AI, ovvero errori
o soluzioni insolite generate casualmente. Sebbene queste anomalie possano
sembrare creative, esse non nascono da un processo consapevole, ma da errori di
calcolo. Un esempio di allucinazione è stato il suggerimento assurdo di un'AI
che consigliava di usare colla per mantenere il formaggio sulla pizza.
Le AI sono molto potenti nell'analizzare dati e generare
contenuti basati su schemi preesistenti, non possiedono la profondità interiore
che caratterizza la creatività umana. Le AI, anche le più avanzate, imitano ciò
che hanno appreso senza una vera comprensione. La creatività umana, invece,
nasce dalla capacità di intuire nuove connessioni, di avere empatia e di
esprimere emozioni, tratti che le macchine non possono replicare.
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