La RdC è uno dei paesi più poveri del mondo, nonostante la ricchezza del suo sottosuolo. Oltre alle tensioni interne, il paese ospita mezzo milione di rifugiati in fuga da conflitti regionali. La morte dell'ambasciatore italiano Luca Attanasio ha recentemente riportato l'attenzione sulle problematiche del Congo, dove le risorse naturali alimentano i conflitti.
Dopo l'indipendenza dal Belgio nel 1960, la RdC ha vissuto periodi di instabilità politica e conflitti interni. Mobutu prese il potere nel 1967, instaurando una dittatura terminata con una guerra civile nel 1997, che portò al potere Kabila. Dal 1998 al 2003, la seconda guerra civile congolese causò la morte di migliaia di civili, con le fazioni in conflitto per il controllo delle risorse naturali.
Il prezzo del coltan varia a seconda della percentuale di tantalite, ma è anche un mercato molto instabile: nel 1998 costava 2 dollari al chilogrammo, nel 2004 – quando la domanda era estremamente elevata – è arrivato a toccare i 600 dollari, oggi vale tra i 100 e 150 dollari al chilogrammo. Il prezzo varia, anche, in base alla possibilità di estrarlo. La particolarità di questo minerale è che non si trova ovunque: ad esempio l’80 per cento delle riserve mondiali si trova in Congo.
Le guerre, anche a bassa intensità, che si combattono nella regione del Kivu, servono alle varie milizie presenti sul territorio proprio per impadronirsi dei giacimenti e quindi poter esercitare il monopolio dell’estrazione, contrabbandare il minerale nei Paesi vicini – come il Ruanda che è diventato uno dei maggiori esportatori, pur non avendo giacimenti di coltan, per poi venderlo alle industrie produttrici di componenti elettronici. Lo sfruttamento incontrollato di questa risorsa congolese ha costretto l’Onu ad accusare, in un rapporto del 2002, le compagnie impegnate nello sfruttamento delle risorse naturali del Congo – quindi anche il coltan – di favorire indirettamente i conflitti civili nell’area.
L’estrazione del coltan non è difficoltosa e le milizie che controllano i giacimenti utilizzano manodopera minorile. Un rapporto di Medici senza frontiere spiega che molti di questi 'schiavi' muoiono di fatica e di diverse malattie che questo minerale può portare: compromissione di cuore, vasi sanguigni, cervello e cute; riduzione della produzione di cellule ematiche e danneggiamento dell'apparato digerente; aumento dei rischi del cancro; difetti genetici nella prole; malattie dell'apparato linfatico.