Da alcuni mesi i rigassificatori sono al centro del
dibattito in Italia, a causa del notevole rialzo del prezzo del gas naturale, della
guerra in Ucraina e le sanzioni contro la Russia. Si discute, in particolare,
dell’opportunità di installare un nuovo impianto nel porto di Piombino in
Toscana.
Ma cosa sono i rigassificatori? Si tratta di stabilimenti
necessari per poter utilizzare il gas liquefatto che arriva in Italia via nave.
Il gas naturale può essere trasportato via nave, ma è conveniente solo se in
precedenza viene reso liquido, cioè GNL (gas naturale liquefatto): in questo
modo occupa un volume circa 600 volte inferiore e una metaniera può
trasportarne una quantità molto maggiore. Una volta giunto via nave negli
impianti di rigassificazione, per necessità ubicati sulla costa, il GNL è
ritrasformato allo stato gassoso e successivamente immesso nei gasdotti delle
rete nazionale.
Più nel dettaglio, il GNL viene trasportato nelle navi a
pressione poco superiore a quella atmosferica e ad una temperatura di -162 °C,
che serve per mantenerlo liquido. Nei rigassificatori torna allo stato gassoso
grazie a un processo di riscaldamento controllato che viene effettuato all’interno
di un vaporizzatore che ne consente l’espansione. Il riscaldamento avviene
facendo passare il GNL all’interno di tubi immersi in acqua marina, che hanno a
loro volta una temperatura più alta.
Ci sono diverse tipologie di rigassificatori, che si
differenziano principalmente a seconda della posizione in cui sono collocati:
ci sono quelli onshore, sulla terraferma, che dall’esterno somigliano a tanti
altri impianti industriali, e ci sono quelli offshore, che invece si trovano in
mare a poca distanza dalla costa, collegati da un gasdotto.
A loro volta i rigassificatori offshore si differenziano in
isole artificiali, costruite per restare dove si trovano, oppure navi gasiere,
cioè fatte per il trasporto di gas, che sono ancorate al fondale e vengono
modificate in modo tale da trasformare il GNL. In Italia attualmente ci sono
tre rigassificatori funzionanti, uno per tipo: a Panigaglia, vicino a La
Spezia, a Porto Viro in provincia di Rovigo e il terzo una nave metaniera al
largo della costa toscana tra Livorno e Pisa.
Anche il progetto di rigassificatore a Piombino sarebbe una
FSRU, con il vantaggio di poter essere allestito e diventare operativo in tempi
ridotti, oltre che di poter essere spostato. Acquistato da Snam, potrebbe
trattare 5 miliardi di metri cubi di gas all’anno, con l’idea di posizionarla
nel centro-nord Italia, dove si consuma più gas.
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