Per anni si è parlato di Apple pronta a entrare nel mercato delle automobili elettriche ma finora non si è visto nulla. Forse ora con lo sbarco di Xiaomi Apple potrebbe rilanciare la sfida, ma al momento è stata anticipata dai cinesi.
Ci sono altri casi di grandi marchi a cui fa gola il business delle elettriche. Dyson (elettrodomestici) che in pompa magna lanciò un miliardario programma per sviluppare un'auto elettrica , ma poi fece una clamorosa retromarcia: il progetto fu cancellato perché fare auto elettriche è una cosa ben diversa da costruire un' aspirapolvere e bisogna avere conoscenze tecniche industriali molto precise e occorre tempo e denaro. E questo nonostante che un battery electric vehicle sia enormemente più semplice di una vettura tradizionale.
La macchina di Google non ha visto la luce perché Big G ha ben compreso che costruire un'autovettura con tutte le implicazioni industriali economiche non è un gioco alla portata di tutti e di chi non ha esperienza.
Xiaomi - fondata appena nel 2010 ha presentato il progetto un'automobile vera e propria grazie al fatto che l'azienda cinese produce già manufatti tecnologici del tipo più diverso (telefono, smartwatch, monopattini, televisori, ...): è una sorta di hub della tecnologia di un paese, la Cina, che “vive” di batterie a ioni di litio e accelera ogni giorno. Ma soprattutto Xiaomi si appoggia per produrre l'auto a una grande costruttore: in Cina sono molto diffusi i produttori per "conto terzi" cioè per altri marchi. Xiaomi, rischia di essere dirompente: un vero tsunami per l'industria dell'auto.
Xiaomi e il un sub-brand Mi sono molto noti e apprezzati tra i millennials e lo sarà sempre di più per i cosiddetti ragazzi della generazione Alpha ovvero gli automobilisti del prossimo futuro. Quelli che oggi hanno 14-15 anni e vanno in giro con un monopattino Xiaomi e sono naturalmente portati a comprare non solo uno smartphone del gigante cinese ma anche un automobile di un brand del quale hanno fiducia.
Nessun commento:
Posta un commento