Il problema, ovviamente, è che la quantità di dati che circola sulla rete cresce continuamente e con il 5G che sta per arrivare andrà anche peggio. Una quantità immensa di dati, fotografie, i video di YouTube, musica su Spotify e i film su Netflix continuano ad aumentare in definizione e qualità, facendo crescere il traffico sulla rete e quindi l’energia consumata da internet. Il solo streaming di video ha consumato nel 2018 come la Spagna. Con il tasso di crescita previsto, si stima che internet potrebbe consumare un quinto di tutta l’elettricità mondiale già nel 2030.
In poche parole, internet non è ecologicamente sostenibile. E mentre le foreste in Amazzonia e in Siberia bruciano e i ghiacci dell’Artico si sciolgono, l’impatto della rete su un pianeta provato dalla crisi climatica non può più essere sottovalutato.
I giganteschi data center in cui sono conservati buona parte dei dati che corrono su internet hanno bisogno di essere costantemente raffreddati. Un enorme dispendio di energie che contribuisce all’aumento delle temperature, che a sua volta rende necessario impiegare ancora più elettricità per mantenere i computer al fresco. Una prima soluzione è ovvia: costruire i data center solo in luoghi freddi. Alcuni ricercatori hanno per esempio proposto di situare i nuovi centri in Groenlandia, dove il ricorso all’aria condizionata sarebbe minimo e l’energia idroelettrica è abbondante.
La strada da seguire passa anche dalla “sobrietà digitale”. Prima di tutto nostra: dobbiamo cominciare a pensare che passare ore a guardare video, mandare messaggi inutili, ha un suo impatto sul pianeta. Poi le società che operano su internet dovrebbero impegnarsi a rendere i loro prodotti più efficienti: per esempio se voglio ascoltare musica su YouTube oggi non posso scegliere di spegnere il video. Perché non permetterlo? Allo stesso modo, Facebook potrebbe ridurre il suo consumo energetico evitando che i video promozionali partano in automatico e Netflix potrebbe incoraggiare i suoi utenti a non guardare i film o le serie tv sempre in alta definizione, riducendo notevolmente il traffico dati e quindi l’energia necessaria ad alimentare la piattaforma.
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