domenica 14 marzo 2021

Dipendenza da internet

Secondo alcuni studi almeno 2 iscritti ai Social (Facebook, Istagram, …) su 10 ne sono dipendenti e 4 su 10 possono diventare dipendenti da internet senza rendersene conto. La dipendenza da internet si sta diffondendo come una epidemia. Sono sempre meno rari i casi di licenziamento dal lavoro per dipendenza da Facebook: 6 aziende su 10 in Italia hanno introdotto limitazioni a internet.

Nell'adolescenza le dipendenze più frequenti sono dai giochi e dai social. La dipendenza da tecnologia può essere sviluppata con sintomi come scarsa attenzione allo studio, mancanza di slancio nelle relazioni interpersonali, ma può anche provocare disturbi fisici e psicologici: mal di testa, disturbi visivi, alterazioni dell'umore, ansia, disturbi del sonno possono essere dei campanelli d'allarme.

Di solito chi dice e ripete “smetto quando voglio” non riesce mai a farlo da solo e quando vuole, e anzi rimanda di volta in volta, convinto della propria affermazione. È una questione psicologica finché non c'è bisogno di un serio e specializzato aiuto. I segnali del “buco nero" sono evidenti agli altri, ma non al soggetto stesso: si dedica meno o pochissimo tempo alla famiglia o agli amici di sempre, non si dice la verità e comincia il castello di bugie, ci si dimentica degli impegni importanti, non si dorme la notte, ci si irrita facilmente. 

È “social” ciò che implica la condivisione, l'apertura, la trasparenza, il poterlo raccontare ad altri, la costruzione di qualcosa di bello e utile. Il contrario è "a-social”, quando non riusciamo più a fare altro nella vita o non dargli importanza al punto da dedicare ore e ore alla navigazione, rubandole ai doveri e alle gioie.

Come rendersi conto di essere social o a-social? Chi è già a-social, o molto vicino, non se ne accorge, anzi afferma il contrario, ma chi gli sta vicino se ne accorge e ha il dovere di avvisarlo, svegliarlo dall’incubo, dirlo ad altri, ai genitori.

Prevenire è meglio che curare. Cosa possiamo fare?

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