martedì 1 dicembre 2020

Tanta tecnologia italiana protegge i piloti di F1


L'incidente di Romain Grosjean durante il GP di Formula 1di domenica in Bahrain sarà ricordato a lungo per la sua drammaticità. Fortunatamente e questa è la cosa più importante, il pilota ne è uscito con le sue gambe. Per lui solo alcune ustioni soprattutto alle mani a causa dell'incendio scoppiato a seguito dell'impatto della sua monoposto contro le barriere protettive della pista. Qualcuno ha addirittura "gridato al miracolo".

In realtà, se il pilota oggi può sorridere ancora lo deve alla grande sicurezza che hanno raggiunto le monoposto di F1 che dal 2018 dispongono anche del sistema Halo che proprio in questa occasione ha salvato la vita a Grosjean. Ma cos'è e come funziona Halo?

Si tratta di un tubo curvato, in titanio, che sta davanti alla testa del pilota. Inizialmente i piloti non lo volevano perchè limita la visuale, ma possiamo dire che ha salvato già la vita di almeno due piloti.

C'è anche un po' di Italia in questa tecnologia. VSystem un'azienda di Fiorano (non a caso città vicino a maranello dove ha sede la Ferrari) è uno dei produttori del sistema. Halo deve resistere a forze spaventose di impatto di circa 10 tonnellate. 

Anche la scocca, l'abitacolo di Grosjean, è prodotta in Italia dalla Dallara. La cosiddetta cellula di sopravvivenza è realizzata in carbonio e rinforzata da strati di kevlar, materiale impiegato anche nei giubbotti antiproiettile. 

Molto importante anche la tuta che indossava il pilota, sempre italiana, visto che è stato avvolto dalle fiamme per 27 secondi riportando solo leggere ustioni. Sono realizzate in tre strati traspiranti di Nomex e deve resistere a 800 gradi.



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