giovedì 24 dicembre 2020

Smartworking

In questi mesi il coronavirus ha rivoluzionato la vita di molti italiani: scuole chiuse e in tanti costretti, o cortesemente invitati, a lavorare da casa. In passato lo chiamavamo telelavoro, ed era, più che una realtà, un sogno. In primavera, nelle zone a maggior rischio virus, molte aziende, anche quelle che non erano preparate al lavoro da casa, hanno avviato una sorta di «smart working di fatto». In molti, in questi mesi, stanno parlando di gigantesca opportunità per accelerare l’adozione di massa di quel lavoro agile di cui si parla da anni.

Riflettiamo su vantaggi e limiti del telelavoro. Stare lontano dall'ufficio ci fa capire quanto siamo importanti all'interno della nostra organizzazione: per chi si sente indispensabile (vedrà che il mondo continua anche senza di lui) e per chi pensa che il suo lavoro sia poco più che inutile (vedrà invece che i colleghi hanno bisogno di lui). E poi: cosa cambia se incontriamo un cliente dal vivo o lo sentiamo al telefono? Come funziona una riunione a video?

Il lavoro agile sin teoria piace a tutti: le aziende risparmiano e i dipendenti sono più rilassati, hanno più tempo libero, risparmiano sulle spese di viaggio, evitano di rimanere intrappolati nel traffico, possono gestire meglio i figli. Ci sono anche dei lati negativi naturalmente. Stare in ufficio vuol dire parlare più facilmente con i colleghi: una riunione in video-conferenza non è la stessa cosa di una riunione dal vivo. Guardarsi negli occhi quando si devono prendere decisioni importanti è sempre meglio.

Nel futuro forse la soluzione migliore sarà un giusto mix di lavoro da casa e in ufficio.

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