lunedì 17 agosto 2020

La città del quarto d'ora

Era una buona idea ma rimasta teoria. Ora, anche in conseguenza della pandemia, a Parigi fanno sul serio e il progetto sta diventando realtà. Salire in metropolitana per raggiungere l'ufficio, usare il bus per arrivare in palestra al centro sportivo, fare la spesa all’ipermercato si sono trasformati in un problema di rischio contagio. Così si sono di nuovo accesi i fari su la Ville du quart d’heure teorizzata per Parigi da un docente della Sorbona, Carlos Moreno, partendo da questa considerazione: «Viviamo in città frammentate, dove spesso lavoriamo lontano da dove viviamo, dove non conosciamo i nostri vicini, dove siamo soli, dove soffriamo».

Racchiusa in un diagramma circolare che ricorda l’Uomo vitruviano di Leonardo, la “città del quarto d’ora” secondo la visione proposta è una metropoli nel cui quartiere puoi trovare tutto ciò di cui hai bisogno in 15 minuti da casa. Uno strumento per la trasformazione ecologica della città, migliorando al contempo la vita quotidiana degli abitanti e, si può aggiungere, evitando quella ressa sui sistemi di trasporto pubblico che va assolutamente evitata in tempo di epidemie.

È una rivoluzione urbana, la Ville du quart d’heure, che si basa sull’innovazione tecnologica: come ci dimostrano i giorni in quarantena, per molti il lavoro da remoto, magari da uffici in coworking (lavorare insieme) di quartiere è possibile. Come è possibile curarsi ad alto livello a poca distanza da casa: basta che l’ambulatorio sia inserito in una rete di telemedicina di qualità. Praticare sport amatoriale, acquistare alimentari di qualità: senza imporre il chilometro zero per legge, il commercio di prossimità è una realtà consolidata e da difendere. Occorre ripensare gli spazi comuni dei quartieri, riqualificando strade, piazze e incroci, migliorando la qualità della vita.


Nessun commento:

Posta un commento