Un ragazzino straordinariamente portato per le materie scientifiche, malvisto dagli insegnanti per via dello scarso interesse per il latino, piuttosto timido che vive nel Regno Unito, un paese molto attento alle differenze di classe. Un genio che dopo aver ottenuto a stento il diploma, viene ammesso al King’s College di Cambridge dove può dedicarsi allo studio della meccanica quantistica, della logica e della teoria della probabilità senza altre seccature.
Diventerà famoso per la “Macchina di Turing”, di fatto il prototipo del primo computer. L’idea geniale consiste nello spezzare le istruzioni in semplici sequenze da dare alla macchina costruendo algoritmi a misura di ogni problema, un approccio che avrà grande influenza sullo sviluppo dell’informatica.
Per questa ragione Turing è giustamente considerato il padre dell’intelligenza artificiale; era infatti sua convinzione che si potessero costruire apparati in grado di simulare i processi del cervello umano. Un suo lavoro scientifico noto come “Test di Turing” descrive un esperimento mentale: far dialogare una persona chiusa in una stanza con un altro umano e con una macchina; nel caso in cui non si riesca a distinguere l’uomo dalla macchina, secondo Turing si può legittimamente affermare di essere in presenza di una “macchina intelligente”.
Nel 1939 la Germania nazista invade la Polonia e la Gran Bretagna entra in guerra. All’età di 28 anni Turing è il capo dei ricercatori impegnati nel decifrare i codici tedeschi. Compito particolarmente difficile poiché “Enigma”, la macchina tedesca, generava un codice continuamente nuovo e apparentemente impossibile da decifrare.
Secondo gli storici, il lavoro di di Turing fu importante al punto da accorciare la durata della guerra di un paio di anni. Questa attività rimase segreta per ordine del governo britannico, segreto che impedì a Turing di ricevere riconoscimenti ampiamente dovuti. Queste attività divennero di dominio pubblico solo nel 1974 quando Turing e molti dei suoi colleghi erano morti da tempo.
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