martedì 6 agosto 2019

Zapata eroe dell'aria

Domenica 4 agosto il pilota e inventore 40enne di Marsiglia Franky Zapata  è riuscito ad attraversare il canale della manica con il suo Flyboard. Dieci giorni dopo il primo tentativo fallito entra nella storia con un volo di 20 minuti.

Aveva già stupito il 14 luglio durante la parata militare di Parigi in ricordo della Presa della Bastiglia, davanti al presidente francese Emmanuel Macron e a una dozzina di politici europei; compresa Angela Merkel che gli aveva fatto pervenire i complimenti.

Ma l'impresa di sorvolare la Manica era rimasta un sogno fino al primo tentativo fallito. Il motivo? La poca durata del carburante. La benzina per tenerlo in volo è infatti sufficiente solo per 10 minuti. A circa metà tragitto, ieri Zapata è dunque atterrato su una piccola imbarcazione, ha fatto rifornimento ed è ripartito. Il passaggio più delicato, definito «difficile» dallo stesso pilota. «A un certo punto hanno iniziato a bruciarmi le gambe, ma quando ho visto la Gran Bretagna avvicinarsi ho tentato di godermela senza pensare al dolore». Un punto debole, l'autonomia, che aveva determinato il fallimento della prima tentata traversata il 25 luglio: mentre tentava di planare per rifornire, Zapata cadde in acqua.

Decollato da Sangatte alle 6.17 (costa francese vicino Calais), ieri è invece atterrato 20 minuti dopo a St. Margaret's Bay, a Dover, completando i 35 chilometri a una velocità media di 140 km l'ora e a un'altezza di circa 15-20 metri sull'acqua. Blériot, superata la scogliera, scese da 20 metri e atterrò pesantemente. Il carrello motore si sfasciò e ruppe l'elica. Ma entrò comunque nella storia. Impiegò 36 minuti ad attraversare la Manica a una media di 64 chilometri orari. Zapata l'ha battuto, percorrendo il tragitto in 20 minuti.

«Il canale è stato sorvolato! L'Inghilterra non è più isolata». Così titolavano i quotidiani britannici 110 anni fa, anche se in realtà la traversata aerea della Manica era già stata compiuta da un aerostato, il 7 gennaio 1785, per merito del pilota francese Jean Pierre Blanchard accompagnato dallo statunitense John Jeffries. Il Flyboard di Zapata è invece un ibrido che diventa tutt'uno con l'uomo. Una pedana mossa da 5 propulsori, ognuno dei quali in grado di sprigionare una potenza pari a 250 cavalli, che può arrivare a toccare i 190 chilometri orari. La gestione della «tavola» è delegata a un controller impugnato dal pilota, il quale indossa uno speciale zaino con all'interno il carburante.

Secondo Zapata, solo per imparare a stare in equilibrio sul Flyboard servono dalle 50 alle 100 ore di pratica. Ma l'inventore-pilota è già pronto a una nuova sfida: «Ho la mia macchina volante da finire, deve uscire prima della fine dell'anno, quindi torneremo a casa, faremo una piccola vacanza e poi, con tutta la squadra, torneremo in pista affinché sia pronta in tempo».

Se quella di Blériot fu un'impresa temeraria, la tecnica di Zapata è all'avanguardia, al pari delle ultime invenzioni militari. «L'uomo volante» sembra infatti uscito da un film della saga Marvel. Se non un Avenger, Zapata con il suo Flyboard è comunque qualcosa di straordinario.

Blériot era su un monoplano rudimentale, progettato dal francese Raymond Saulnier che rivoluzionò le regole dell'aeronautica compiendo il 25 luglio 1909 la prima traversata. Suscitò una certa invidia anche nel Belpaese, con Gabriele D'annunzio che volle provare il suo monoplano in una rassegna in Italia qualche settimana dopo. Nel '29, a vent'anni della sua impresa, Blériot sorvolò nuovamente La Manica con lo stesso apparecchio. Ormai un pezzo da museo di fronte all'idea di «uomo volante». Che punta ora «a 2 mila metri sopra le nuvole».


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