Non solo California. L'auto a guida autonoma fa le prove anche a Torino, in mezzo al traffico e ha portato il Sindaco Chiara Appendino a fare un giro per la sua città. L'autista ha le braccia conserte e i piedi immobili. Non tocca il volante né i pedali: non sterza, non frena, non accelera né si preoccupa di seguire la strada. Non ce n’è bisogno. Ci pensa l’auto.
L’auto a guida autonoma è un atto di fiducia e una liberazione: basta stress al volante, fa tutto da sola. Basta superare la sensazione di panico che istintivamente ti assale nel sapere che il volante sterza da sé. Ieri per la prima volta due vetture senza conducente hanno attraversato il traffico di Torino. L’hanno fatto nel giorno del «Vtm», il meeting sui veicoli a guida autonoma. Una rivoluzione di cui, per l’Italia, Torino è punto cardinale: qui si sperimenterà l’auto senza pilota, su un circuito di 35 chilometri che gli esperti hanno tracciato con i tecnici del Comune.
Trasmette sicurezza la precisione con i cui sensori riconoscono gli oggetti intorno all’auto e li riproducono su uno schermo che segnala anche le distanze da rispettare per evitare pericoli. Basta essere razionali e ammettere che, alla fine, possono calcolare e rilevare ostacoli con più accuratezza dell’occhio umano. Quando il semaforo è rosso l’auto non inchioda bruscamente ma rallenta e, quando - grazie alla tecnologia 5G che si sperimenta sempre a Torino per conto di TIM - le infrastrutture stradali sapranno dialogare con ogni vettura sarà lo stesso semaforo a comunicare con l’auto il tempo di attesa.
La guida nel traffico procede senza intoppi. Merito di una tecnologia fondata su alcuni fattori. Ogni vettura ha un rilevatore che permette di determinare la distanza di un oggetto o di una superficie attraverso un impulso laser e alcuni moduli per intercettare i punti ciechi. Ci sono, a seconda dei modelli, fino a 20 telecamere che coprono ogni direzione. Il futuro dell'auto autonoma è legato asl 5G (la rete ultraveloce): quando le auto potranno dialogare con gli oggetti esterni, e non solo vederli, si potranno evitare alcuni inconvenienti, vedi il «rosso» bruciato dalla vettura ieri proprio mentre a bordo c’era la sindaca. Un inconveniente dovuto al fatto che il software non è ancora in grado di dialogare con il semaforo, ma, in questo caso, si è affidato all’auto che precedeva.
Torino, capitale dell’auto, si candida a inaugurare un concetto di mobilità rivoluzionario: nuovi modelli, sistemi di guida avanzati, un processo di digitalizzazione di veicoli e informazioni e il progressivo passaggio all’alimentazione elettrica.
Perché ora l’auto a guida autonoma decolli mancano tre aspetti e sarà proprio compito della sperimentazione affrontarli. Il primo è legato alla legislazione, in ritardo nel regolamentare i veicoli che si guidano da soli. Il secondo punto è la mancanza di una rete 5G così diffusa da permettere la connessione di tutti i dispositivi. E, infine, ci vuole una svolta culturale che porti le persone a fidarsi delle auto.
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