Così gli studiosi hanno definito l'età contemporanea, prendendo in prestito una delle scoperte che più ha cambiato la nostra epoca. La plastica, infatti, non esiste in natura ma è un materiale di sintesi che viene ricavato in laboratorio attraverso procedure chimico-fisiche.
Da queste trasformazioni si ottiene una sostanza composta da filamenti che in gergo tecnico si chiamano "polimeri".
Ad inventare questo materiale destinato a cambiare le sorti del mondo è stato un italiano, lo scienziato ligure Giulio Natta che proprio per questa scoperta nel 1963 vinse il Premio Nobel per la Chimica. Dopo un viaggio in Germania, dove già da anni si studiavano i polimeri allo scopo di creare un materiale che imitasse e sostituisse materiali costosi come legno, ceramica o avorio, Giulio Natta ritorna in Italia e applica quanto ha imparato nel campo industriale.
Natta fa in modo che la storica azienda Montecatini stringa un accordo col Politecnico di Milano e grazie a questa collaborazione e a quella con il collega tedesco Karl Ziegler, compie passi avanti nello studio dei polimeri. L'11 marzo 1954 scrive sul suo diario: «Inventato polipropilene», il materiale nuovo che verrà commercializzato con il nome di Moplen e che verrà usato dalla Montecatini per produrre i primi recipienti, scolapiatti e giocattoli di plastica. Questo nuovo materiale diventa indispensabile perché può essere modellato in qualsiasi forma, è resistente, colorato e pure impermeabile.
In realtà una specie di plastica - la "bachelite" - era stata inventata anni prima dall'americano Leo Baekeland: si trattava di una resina ricavata dal petrolio con cui si iniziarono a costruire utensili da cucina e tubi che però - una volta rotti - non si potevano più riciclare.
Da questa intuizione poi alla fine degli anni Trenta nacquero altri materiali della famiglia della plastica: fu inventato il teflon per cavi elettrici, abiti impermeabili e rivestimenti di padelle, il mylar - scoperto per caso dalla NASA alla ricerca di un materiale da mandare nello spazio e adoperato oggi per coperte termiche - ma soprattutto il nylon, con cui nascono le setole degli spazzolini, tende, corde e calze.
Oggi nessuno si sognerebbe di fare una pubblicità alla plastica. E invece guardate cosa succedeva a metà del secolo scorso.
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