Quando passeremo a miglior vita, che sarà della nostra presenza online? Social network, conti correnti, iscrizioni e abbonamenti: ora c'è chi se ne potrà occupare quando non ci saremo più.
Una società si è specializzata sulla preparazione delle persone, in particolare nelle loro vite digitali, per il giorno in cui non potranno più parlare da sole.
Sta emergendo un nuovo tipo di lavoro, che è un po’ come un "imbalsamatore" di vite digitali. Un lavoro in apparenza bizzarro, che però potrebbe rivelarsi una delle professioni più innovative del futuro.
La gestione della nostra vita digitale dopo di noi attiene agli aspetti più vari: si va dalle piccole cose, apparentemente insignificanti, come per esempio le impostazioni sulla notifica del nostro compleanno sui social network a questioni più importanti e concrete che riguardano soprattutto coloro che, attraverso Internet, fanno affari, per esempio attraverso l'ecommerce: che ne sarà della presenza online dell'attività? Il sito e la pagina Facebook dovranno continuare a esistere? Chi dovrà amministrarli? Per quanto possa suonare strano, pare che di questi temi i giovani si preoccupino più degli anziani.
Sono già trascorsi 15 anni da quando esistono i social network (Facebook è nato ufficialmente nel 2004) e dunque è prevedibile che le persone che si pongono il problema del "dopo" inizieranno a essere sempre più numerose. E la conferma che si tratti di un tema davvero sentito viene indirettamente anche da Google, che non per nulla fin dal 2013 prevede un piano di gestione dell’account Google in caso di inattività per un lungo periodo: “Stabilisci quando Google dovrà considerare inattivo il tuo account e come dovrà gestire i tuoi dati in seguito. Puoi condividere i dati con persone di cui ti fidi o chiedere a Google di eliminarli”, si legge tra le istruzioni per l'uso.
Forse c’è una nuova consapevolezza di quanta parte della nostra vita sia custodita nei profili che abbiamo attivato in Rete: in passato nessuno ci pensava.
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