Immaginate di trovare un giacimento di carbone sotto la sommità di una collina o di una montagna: come si fa a sfruttarlo? Semplice: si rimuove tutto ciò che c’è sulla cima, piante, animali, terreno, e si scava il prezioso minerale. E una volta che la vena si è esaurita? Si riporta il materiale rimosso al suo posto e si tenta di ridare al sito il suo aspetto originale. Sembra tutto sotto controllo, ma in realtà è una pratica con conseguenze devastanti sull’ecosistema ampiamente utilizzata nella regione degli Appalachi, negli Stati Uniti orientali. Non solo compromette la biodiversità minacciando la flora e la fauna, ma mette a serio rischio la salute delle popolazioni locali che si trovano a dover fare i conti con nuvole di polveri inquinanti derivanti dalle attività estrattive. E come se non bastasse la movimentazione di milioni di metri cubi di materiale inquina le falde di acqua potabile.
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