Gli energy drink ormai sono un quinto del mercato delle bibite. Non è che di per sé facciano male: ma dipende quanti se ne bevono e con cosa li si abbina. Comunque, sappiate che in ogni lattina ci sono nove zollette di zucchero
Le autorità sanitarie li bocciano, ma i ragazzi li amano. E tutti, prima o poi, una lattina ce la concediamo. Probabilmente senza sapere cosa beviamo, se non altro perché ogni cola, succo o bevanda varia è in realtà una miscela di molte sostanze (a volte decine) tra aromatizzanti, coloranti, conservanti, vitamine, zuccheri, dolcificanti e molto ancora.
Così periodicamente scoppia uno scandalo su questa o quella sostanza che viene prima accusata di essere dannosa per la salute, messa sotto processo da decine di studi e poi talvolta ritirata e talvolta assolta. Comunque vada a finire, resta il fatto che è spesso molto difficile interpretare i dati sperimentali e stabilire a che dose una certa molecola può essere pericolosa. E questo spiega anche come mai, a volte, lo stesso additivo viene ritenuto innocuo in un Paese e sospetto in altri. Il risultato è quello di disorientare il consumatore, che non capisce come mai così tante sostanze sono giudicate a rischio o sicure a seconda di chi le studia. Per cercare di bere più consapevolmente, ecco allora un vademecum per scegliere fra alcune delle categorie di bevande più amate e consumate.
Sarà anche vero che mettono le ali, ma sono accusati di poter indurre ipertensione, tachicardia, disidratazione, sovrappeso o obesità, oltre che di mascherare gli effetti dell'alcol, rendendo le ubriacature assai più pericolose perché meno percepite. Gli energy sono i grandi protagonisti del mercato dei soft drink degli ultimi anni da molti punti di vista: innanzitutto per le vendite, che sono arrivate a detenere il 20 per cento dell'intero mercato, con fatturati in crescita costante. E poi perché molte autorità sanitarie, nazionali e internazionali, se ne stanno occupando, con decisioni più o meno restrittive, via via che vengono pubblicati studi specifici.
In effetti queste bevande contengono ingredienti non pericolosi se assunti da soli, ma potenzialmente rischiosi proprio perché messi insieme, anche in considerazione del fatto che molti ragazzi ne bevono in quantità e molto spesso li mischiano a bevande superalcoliche per avere un effetto-bomba.
La nota distintiva degli energy drink è la caffeina: una lattina da 250 millilitri ne contiene in media 80 milligrammi, cioè quanto una tazzina di caffè, ma alcune marche arrivano a 2-300 milligrammi, dose che può provocare tachicardia, ansia, tremori, insonnia e dipendenza. In aggiunta, ci sono quasi sempre altri stimolanti come il guaranà (che contiene caffeina) e il ginseng; l'aminoacido taurina (un grammo circa in una lattina di Red Bull), considerato uno stimolante cardiaco che, se assunto in eccesso, può causare ipertensione; il glucuronolattone, che dovrebbe stimolare memoria e concentrazione; l'inositolo, che migliora l'umore e anche l'utilizzo della serotonina; e, in ogni lattina, in media circa nove zollette di zucchero.
Abbastanza, quindi, per considerarli assai poco consigliabili ai ragazzi. In effetti in Danimarca non ne hanno autorizzato la vendita e in Norvegia sono in vendita solo in farmacia. La Francia li ha ammessi solo di recente con un etichetta che recita: "Da consumare con moderazione, sconsigliata alle donne incinte e ai bambini". La Gran Bretagna ne sconsiglia l'uso in gravidanza, ai minorenni e a chi ha un rischio cardiovascolare, mentre l'Unione europea si limita a imporre la dicitura "alto contenuto di caffeina", e la Fda americana non impone vincoli. Il Canada fa scrivere che l'energy drink non dovrebbe essere bevuto insieme all'alcol, perché questo è uno dei grandi problemi causati da questi drink: secondo alcuni studi il consumo eccessivo di alcol unito a queste bevande è legato a un aumento di ricoveri in Pronto soccorso dovuti in primo luogo a incidenti stradali e risse.