lunedì 20 ottobre 2025

Stiamo tornando analfabeti?

Negli ultimi anni molti studiosi e giornalisti hanno iniziato a parlare di “società post-alfabetizzata”, cioè di un mondo in cui leggere e scrivere testi lunghi non è più l’attività principale attraverso cui impariamo, pensiamo e comunichiamo. Secondo questa teoria, staremmo tornando, in un certo senso,  “analfabeti”, non perché non sappiamo più leggere le parole, ma perché non siamo più abituati a leggere con attenzione e a riflettere su ciò che leggiamo.

Fino a pochi decenni fa, la lettura di libri, giornali e riviste era un’abitudine diffusa. Dalla fine del Settecento in poi, l’alfabetizzazione aveva permesso a milioni di persone di accedere a nuove idee, scoperte scientifiche e riflessioni politiche. Era nata una vera e propria “rivoluzione della lettura”, che aveva reso possibile lo sviluppo della democrazia, della scienza e del pensiero critico. Leggere richiede infatti di seguire un filo logico, di fare collegamenti e di costruire ragionamenti complessi: capacità che stanno alla base di una società libera e consapevole.

Oggi però, secondo il giornalista inglese James Marriott, questa abitudine sta scomparendo. La causa principale sarebbe la diffusione degli smartphone e dei video brevi sui social network, che catturano la nostra attenzione in modo continuo ma frammentato. Guardare un video di pochi secondi non richiede lo stesso impegno mentale di leggere un testo o un libro: si reagisce più con le emozioni che con la logica. In questo modo, la nostra mente si abitua a pensare in modo rapido, disordinato ed emotivo, invece che razionale e profondo.

Anche le ricerche dell’OCSE mostrano che in molti paesi, Italia compresa, le competenze in lettura e scrittura sono in calo. E questa tendenza potrebbe avere conseguenze serie: una popolazione che legge poco e male è più facile da manipolare, perché non è abituata ad analizzare i fatti o a distinguere le informazioni vere da quelle false.

Per questo, leggere — un romanzo, un articolo o anche solo un testo complesso — non è un passatempo del passato, ma un esercizio di libertà. In un mondo pieno di immagini e video che scorrono senza sosta, la lettura resta uno dei pochi modi per rallentare, riflettere e capire davvero chi siamo e dove stiamo andando.

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