lunedì 28 luglio 2025

Trojena, città sportiva del futuro

Quando nel 2029 l’Arabia Saudita ospiterà i giochi invernali asiatici, gli atleti rimarranno a bocca aperta. L’Arabia saudita, nel nome della ‘rinascita’ portata avanti dal principe Bin Salman, porterà la neve nel deserto. È il progetto di Trojena per il quale i lavori per la costruzione proseguono senza costa. Di cosa si tratta? Di una città vera e propria, con laghi, hotel, ed edifici futuristici, impianti sportivi tra cui, appunto, le piste da sci. Situata nel nord dell’Arabia Saudita, Trojena avrà le sue piste da sci tra 1.500 a 2.600 metri di altitudine, per un totale di 36km di percorsi. L’intera area è grande quasi 60 chilometri quadrati. La zona, secondo quanto scritto nel progetto, ha temperature invernali che arrivano sotto zero.

È uno dei pezzi del progetto Neom, una città del futuro.  Trojena sarà la ‘zona montuosa’ di Neom, città alimentata a energia rinnovabile. Del complesso faranno parte strutture idonee per ben 100 attività sportive, non solo per la neve, ma anche acquatiche e di mountain bike. 

Anche un’azienda italiana, la Webuild sta partecipa al progetto. Ha firmato un contratto da 4,7 miliardi di dollari che prevede la realizzazione del un lago lungo 2,7 km, e l’edificio “The Bow”, un’eccellenza dell’architettura mondiale. Tre dighe alimenteranno il lago che finisce a strapiombo sulla vallata sottostante dove ci sarà un hotel di lusso, un’area residenziale e varie strutture ricettive. 

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lunedì 21 luglio 2025

Automobilisti contro Ciclisti


Le piste ciclabili rappresentano uno degli argomenti su cui facilmente ci si scontra in modo violento nei dibattiti pubblici fra sostenitori della bicicletta e automobilisti. Sotto la superficie di una discussione apparentemente tecnica si nascondono aspetti profondi della società come i cambiamenti climatici, la nostra identità, le nostre abitudini più radicate. Le ciclabili dividono perché rappresentano un cambiamento che molte persone faticano ad accettare. Usare meno l’auto riduce l’inquinamento, ma la pubblicità spinge a considerare le auto un simbolo di successo, rendendo difficile adottare alternative come la bici.

Le persone tendono a resistere ai cambiamenti, anche quando sono necessari. Questa resistenza si manifesta in conflitti tra ciclisti e automobilisti, distratti dalle vere cause, come la dipendenza dall’auto. In Italia ci sono quasi 40 milioni di auto, e gli incidenti stradali causano ogni anno migliaia di morti e feriti. Tuttavia, il dibattito spesso minimizza le responsabilità degli automobilisti e punta il dito contro i ciclisti.

Un altro problema è il linguaggio: espressioni come “auto investe ciclista” deresponsabilizzano chi guida, mentre la narrazione mediatica tende a colpevolizzare i ciclisti. Per cambiare, servono non solo piste ciclabili, ma una nuova mentalità che metta al centro le persone, non i mezzi che usano. Londra, per esempio, ha iniziato a parlare di “persone che usano la bici” o “persone che guidano”, evitando di creare conflitti tra categorie.

Le abitudini possono cambiare, come dimostra Amsterdam, che negli anni ’70 era piena di traffico, ma oggi è una città a misura di bicicletta. Il cambiamento richiede nuove infrastrutture, scelte politiche coraggiose e un diverso modo di comunicare, per costruire città più vivibili e sostenibili per tutti.

lunedì 14 luglio 2025

Le emissioni di CO₂ continuano a crescere

Purtroppo le emissioni di CO₂ globali continuano a crescere. Il ritmo di aumento varia in base a fattori economici, politici e tecnologici. Nonostante gli sforzi di molti paesi per ridurre le emissioni attraverso accordi internazionali come l'Accordo di Parigi (nel 2015) e l'adozione di energie rinnovabili, le emissioni globali di anidride carbonica sono rimaste elevate per vari motivi.

L'economia mondiale continua a crescere, specialmente nei paesi in via di sviluppo e quindi aumenta la domanda di energia spesso soddisfatta con combustibili fossili, che sono ancora largamente utilizzati. Nonostante la crescita delle energie rinnovabili, il carbone, il petrolio e il gas naturale rappresentano ancora la maggior parte dell'approvvigionamento energetico globale. Gli impegni dei paesi per ridurre le emissioni non sono sempre rispettati o risultano insufficienti per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C o 2°C rispetto ai livelli preindustriali come stabilito a Parigi. Inoltre l'espansione urbana e il miglioramento delle condizioni economiche in molte aree del mondo aumentano il consumo di energia.

Dati recenti indicano che le emissioni globali di CO₂ provenienti dalla combustione di combustibili fossili sono cresciute anche nel 2023, sebbene con un ritmo più lento rispetto al passato, grazie alla maggiore diffusione di energie rinnovabili e all'efficienza energetica specie nei paesi più sviluppati.

E’ necessario continuare a sviluppare le energie rinnovabili: solare, eolico, idroelettrico e nucleare possono sostituire i combustibili fossili. Migliorare l’efficienza energetica e riducendo il consumo energetico nei settori industriali, dei trasporti e delle abitazioni. Provvedere al rimboschimento, gli alberi catturano CO₂ dall'atmosfera, sviluppare tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio.


lunedì 7 luglio 2025

L'orbita geostazionaria

L'orbita geostazionaria è un'orbita circolare attorno alla Terra in cui un satellite orbita a una velocità tale da restare sempre sopra la stessa posizione della superficie terrestre. In altre parole, il satellite sembra essere "fermo" rispetto a un punto specifico sulla Terra.

Questa orbita si trova a una distanza di circa 35.786 chilometri dalla superficie terrestre, lungo l'equatore. A questa altitudine, la velocità di rotazione del satellite è tale da farlo muovere in sincronia con la rotazione della Terra, completando un'orbita in 24 ore, esattamente come la Terra impiega per compiere una rotazione completa sul suo asse.

L'orbita geostazionaria è utilizzata principalmente per le comunicazioni satellitari, la televisione via satellite, la meteorologia e altre applicazioni che richiedono che un satellite sia in una posizione fissa rispetto alla Terra. Poiché il satellite mantiene la stessa posizione nel cielo, le antenne a terra possono essere orientate verso un punto fisso, semplificando le operazioni di comunicazione.

Dato il valore strategico e commerciale, fin dal 1976 con la Dichiarazione di Bogotà, otto stati a cavallo dell’equatore, Brasile, Equador, Colombi, Indonesia, ecc., rivendicano la proprietà di tale orbita ma fino ad oggi, nessun altro stato ha riconosciuto tale supremazia. Anche perché un altro trattato del 1967 dichiara patrimonio dell'umanità tutte le risorse poste nello spazio.

Ad oggi in satelliti in orbita geostazionaria sono circa 900.