lunedì 26 maggio 2025

Quanto tempo passiamo sui social?

Negli ultimi anni, il tempo che trascorriamo online è cambiato molto, influenzando le nostre abitudini quotidiane. Secondo un rapporto del 2024, oggi una persona passa in media 6 ore e 40 minuti al giorno su Internet, un dato in leggero aumento rispetto all'anno precedente. Gran parte di questo tempo è dedicata ai social media: Facebook, Instagram, TikTok e altre piattaforme occupano in media 2 ore e 23 minuti al giorno. Curiosamente, però, questa cifra è in calo rispetto all'anno scorso, il che potrebbe significare che le persone stanno cambiando il loro modo di usare i social. Il tempo trascorso sui social varia molto da Paese a Paese. In Nigeria, per esempio, si arriva a 4 ore e 7 minuti al giorno, mentre in Giappone si scende a soli 51 minuti. Questo dipende da diversi fattori, come l’accesso a Internet, le preferenze culturali e le infrastrutture tecnologiche disponibili.

Se guardiamo alle piattaforme più utilizzate, TikTok è in testa: gli utenti vi trascorrono oltre un’ora al giorno, pari a 34 ore al mese. YouTube segue con circa 28 ore mensili, mentre Instagram, WhatsApp e Facebook restano tra le app più popolari. Ognuno ha il suo motivo per passare del tempo sui social: quasi la metà degli utenti li usa per rimanere in contatto con amici e familiari, mentre un buon 38% li considera un modo per riempire il tempo libero. Inoltre, sempre più persone cercano contenuti divertenti e di intrattenimento, come dimostra il successo di TikTok.

E in Italia? Qui, l’88% della popolazione è connessa a Internet, e la media di tempo online è di circa 6 ore al giorno. I social media occupano circa 2 ore quotidiane, un dato in leggero aumento rispetto all'anno precedente. Questo ci fa capire quanto sia importante il mondo digitale nelle nostre vite. Anche se il tempo trascorso online continua a crescere, sta emergendo una maggiore consapevolezza su come lo usiamo. Sempre più persone cercano di dare più valore al tempo che passano in rete, magari dedicandosi ad attività più produttive o limitando il tempo sui social. Internet e i social media sono strumenti potenti e utili, ma sta a noi trovare un equilibrio per usarli in modo sano e consapevole.


giovedì 22 maggio 2025

Giornata mondiale della biodiversità


Le Nazioni Unite, per commemorare l'adozione del testo della Convenzione per la Diversità Biologica, avvenuta il 22 maggio 1992, hanno proclamato la giornata odierna come la Giornata Internazionale per la Biodiversità, allo scopo di aumentare la comprensione e la consapevolezza dei problemi legati alla biodiversità. Quest'anno la Giornata Internazionale della Biodiversità è dedicata al tema "Il nostro cibo, la nostra salute e la nostra biodiversità”. Lo scopo è di evidenziare l'importanza della biodiversità per tutte le persone del pianeta l'impatto che la mancanza di tutela della natura può avere sulla sicurezza alimentare e sulla salute umana, le azioni che tutti noi possiamo e dobbiamo fare, ogni giorno dell'anno, per conservare, ripristinare e condividere equamente la natura e la miriade di benefici che fornisce agli esseri umani.

L'attuale sistema alimentare mondiale è sempre più danneggiato. Miliardi di persone non hanno accesso a un'alimentazione corretta. Circa un terzo di ciò che viene prodotto per il consumo umano diretto diviene rifiuto. Se si considera l’intero sistema alimentare lo spreco è di circa il 50% delle calorie prodotte. I modi in cui coltiviamo, trasformiamo, trasportiamo, consumiamo e sprechiamo cibo sono le principali cause dell’attuale allarmante perdita di biodiversità, contribuendo anche al cambiamento climatico.

Dobbiamo agire rapidamente per invertire queste tendenze e promuovere il "cambiamento trasformativo".  Le soluzioni esistono come pure le politiche.  Arrestando le pratiche dannose per l'ambiente, diversificando i nostri sistemi alimentari e promuovendo modelli di produzione e consumo più sostenibili, migliorando le diete e la salute riproduttiva, possiamo migliorare anche la salute globale, aumentare la sicurezza alimentare e rafforzare la resilienza ai cambiamenti climatici.

Ci sono molte cose che ognuno di noi fare per conservare e utilizzare in modo sostenibile la biodiversità, fondamento per il nostro cibo e la nostra salute e per il benessere di tutti, quali per esempio:

  • ridurre il consumo di carne
  • acquistare e mangiare alimenti stagionali
  • acquistare cibi locali
  • ridurre lo spreco di cibo
  • compostare gli avanzi di cibo
  • ridurre gli imballaggi alimentari utilizzando sacchetti riutilizzabili o contenitori di vetro riutilizzabili
  • evitare plastiche monouso (cannucce di plastica, tazze per il caffè, posate di plastica, contenitori o bottiglie di plastica per l’acqua, ecc.)
  • promuovere la biodiversità locale e indigena (razze e varietà) per cibo e nutrizione.

lunedì 19 maggio 2025

Sostenibilità digitale

Viviamo in un’epoca in cui la tecnologia è parte integrante della nostra vita. Ogni giorno guardiamo lo schermo del telefono più di 150 volte e passiamo oltre sei ore su internet. Nel frattempo, i data center che alimentano i nostri social, le ricerche su Google e i video in streaming consumano tanta elettricità quanto un intero Paese come la Francia. Tutto questo ha un impatto ambientale enorme: più energia consumiamo, più aumentano le emissioni di CO₂ e il riscaldamento globale.

Ma la tecnologia non è solo parte del problema, può anche essere la soluzione. L’intelligenza artificiale, per esempio, sta rivoluzionando il modo in cui gestiamo le risorse del pianeta. Grazie agli algoritmi avanzati, possiamo ottimizzare i consumi energetici, ridurre gli sprechi e monitorare il cambiamento climatico in tempo reale. Le grandi aziende tecnologiche stanno già usando l’IA per rendere più efficienti i loro data center, riducendo il consumo di elettricità. Inoltre, la tecnologia aiuta a prevedere fenomeni climatici estremi e a migliorare l’agricoltura, permettendo di produrre cibo con meno sprechi e meno impatto ambientale.

Ma allora, come possiamo trovare un equilibrio tra il progresso tecnologico e la sostenibilità? Una prima soluzione è ridurre gli sprechi digitali. Per esempio, possiamo limitare lo streaming in alta definizione quando non è necessario, eliminare le email inutili che intasano i server e usare motori di ricerca che piantano alberi per compensare le emissioni di CO₂. Inoltre, dovremmo essere più consapevoli del tempo che passiamo online: non solo per l’ambiente, ma anche per la nostra salute mentale.

Anche le aziende e i governi devono fare la loro parte. Investire in energie rinnovabili per alimentare i data center, migliorare l’efficienza degli algoritmi e sviluppare tecnologie meno impattanti sono passi fondamentali. In molte città, l’IA viene già utilizzata per gestire il traffico in modo intelligente, riducendo le emissioni delle automobili e migliorando la qualità dell’aria.

Il punto è che la tecnologia, da sola, non è né buona né cattiva: dipende da come la usiamo. Se impariamo a sfruttarla nel modo giusto, può diventare un’alleata preziosa per affrontare le grandi sfide del nostro tempo, dal clima alla salute. Il futuro è nelle nostre mani: dobbiamo scegliere se usarlo in modo sostenibile o lasciare che diventi un problema ancora più grande.

lunedì 12 maggio 2025

Ai - Uomo, il sorpasso

Le macchine stanno diventando sempre più intelligenti. Dagli scacchi alla medicina, dalla chimica alla scrittura, in molti campi l'intelligenza artificiale (IA) ha già superato gli esseri umani. In alcuni test, gli algoritmi ottengono punteggi più alti di esperti riconosciuti e, secondo alcuni studiosi, presto potrebbero raggiungere un livello di conoscenza e abilità impensabile per noi.

Ma cosa succederà dopo questo sorpasso? Se un giorno un’intelligenza artificiale fosse capace di fare scoperte incredibili, di trovare cure per malattie oggi incurabili, di risolvere problemi complessi in pochi secondi, quale sarebbe il nostro ruolo? Ci limiteremmo a osservare o saremmo ancora protagonisti del nostro futuro?

Uno degli interrogativi più affascinanti riguarda la possibilità che un’IA ultra-intelligente sviluppi conoscenze che noi umani non possiamo nemmeno immaginare. Potrebbe scoprire leggi della fisica sconosciute, nuove forme di energia, o persino modi per migliorare il nostro cervello. Ma una domanda inquietante rimane: avrebbe interesse a condividere con noi queste scoperte?

Se pensiamo all'IA come un semplice strumento nelle mani dell’uomo, possiamo immaginare che continuerà a lavorare per il nostro bene, aiutandoci a risolvere problemi. Ma se raggiungesse un livello di intelligenza superiore, potrebbe sviluppare motivazioni proprie, non necessariamente allineate ai nostri interessi. Forse ci rivelerebbe solo ciò che ritiene utile per noi, o potrebbe decidere che certe informazioni è meglio non divulgarle.

Alcuni scienziati ritengono che il vero pericolo non sia tanto un’IA malvagia, ma una macchina troppo potente e fuori dal nostro controllo che potremmo essere incapaci a comprenderla pienamente.

lunedì 5 maggio 2025

Il pianeta terra ha la febbre

Quando si parla di surriscaldamento globale, spesso si sente dire che non dovremmo superare un aumento di 1,5 gradi rispetto all’epoca preindustriale. Ma come fanno gli scienziati a sapere qual era la temperatura media in quel periodo, visto che non c’erano strumenti di misurazione diffusi come oggi?

In realtà, a partire dalla metà dell’Ottocento, in alcune parti del mondo si è iniziato a registrare la temperatura con strumenti come i termometri a mercurio. Tuttavia, queste misurazioni erano limitate a poche regioni e non coprivano l’intero pianeta. Per avere un quadro più completo, gli scienziati devono ricorrere a metodi alternativi, studiando ciò che la natura ha conservato nel tempo.

Un modo per ricostruire il clima del passato è analizzare i ghiacciai. Nei poli e nelle montagne, la neve si accumula strato dopo strato, intrappolando minuscole bolle d’aria che contengono informazioni sulla composizione dell’atmosfera di centinaia o migliaia di anni fa. Studiando questi strati, si possono dedurre le temperature di epoche remote. Anche gli alberi sono testimoni del passato: la loro crescita dipende dal clima, e gli anelli nei tronchi raccontano come sono cambiate le condizioni ambientali nel tempo. I coralli, invece, crescono in base alla temperatura dell’acqua e, analizzando la loro struttura, si possono ottenere dati preziosi sul clima degli oceani. Un'altra fonte importante di informazioni è rappresentata dai sedimenti marini e lacustri: le sostanze che si depositano sul fondo di mari e laghi possono rivelare molto sulle temperature passate.

Oltre a raccogliere questi dati, i ricercatori li combinano con modelli climatici al computer, che aiutano a ricostruire la temperatura globale dell’epoca preindustriale con maggiore precisione. Grazie a tutto questo lavoro, oggi sappiamo che, rispetto a quel periodo, la Terra si è già riscaldata di circa 1,2 gradi. Ecco perché gli accordi internazionali, come quelli di Parigi, cercano di evitare che l’aumento superi il limite di 1,5 gradi: oltre questa soglia, il rischio di eventi climatici estremi e danni irreversibili diventerebbe ancora più alto.

Insomma, anche se non abbiamo misurazioni dirette ovunque, la scienza ha sviluppato metodi sofisticati per ricostruire la temperatura del passato e capire quanto il clima sta cambiando oggi. E sapere questo è fondamentale per proteggere il nostro futuro.