lunedì 30 settembre 2024

Google e Apple, amici e nemici

Recentemente il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha accusato Google nel mercato delle ricerche online: è il caso di violazione della libera concorrenza più importante dopo quello contro Microsoft alla fine degli anni ’90.

L’accusa del governo statunitense è che Google abbia mantenuto la sua posizione dominante nel mercato in modo illegittimo manipolando gli utenti affinché non utilizzassero prodotti alternativi, come Bing, il motore di ricerca di Microsoft. Quest’ultima ha recentemente dichiarato di aver investito più di cento miliardi di dollari nello sviluppo di Bing ma nonostante questo sforzo il mercato è rimasto saldamente in mano a Google, che ad aprile controllava oltre il 90% delle ricerche online mentre a Bing rimaneva meno del 4%. 

Secondo il dipartimento della Giustizia lo strapotere di Google è stato costruito grazie ad accordi commerciali tra il motore di ricerca e Apple, Samsung e vari operatori telefonici. A tal proposito Google ha tentato di dimostrare che queste società hanno scelto Google come partner perché si trattava di un «prodotto superiore», ma secondo l’accusa lo strapotere è invece dovuto a pratiche anticoncorrenziali.

Al centro del caso ci sono i 20 miliardi di dollari che Google paga annualmente ad Apple per essere il motore di ricerca di default di ogni iPhone e del browser Safari. Anche Firefox  dal 2005 viene pagata da Google per essere il motore di ricerca predefinito.

Secondo il dipartimento di Giustizia, si tratta di cifre così colossali  che praticamente nessuna azienda del settore – eccetto Google – può permettersi di spendere e che le hanno permesso di mantenere, negli ultimi vent’anni, una posizione dominante. Google ha potuto così schiacciare la concorrenza non solo dei servizi indipendenti o sviluppati da startup, ma anche di Microsoft.

Nonostante Apple critichi da tempo Android, il sistema operativo mobile di Google, per il tracciamento dei suoi utenti a fini pubblicitari, le somme versate annualmente dalla stessa Google sono diventate sempre più importanti per Apple, specie da quando le vendite di iPhone hanno cominciato a diminuire.

Google ha provato a minimizzare le accuse ricordando che qualsiasi utente può cambiare il motore di ricerca in «un paio di click» ma la possibilità di cambiamento non rappresenta  una vera alternativa per gli utenti che di solito sono pigri e mantengono il motore predefinito.


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