lunedì 1 aprile 2024

Cavi internet sottomarini

Secondo TeleGeography, un sito che traccia i cavi sottomarini, ci sono più di 550 cavi sottomarini attivi o in progetto.  In totale ci sono quasi 1,4 milioni di chilometri di cavi subacquei che collegano il Nord America, il Sud America, l’Europa, l’Asia e il resto del mondo, tre volte la distanza Terra-Luna.  L’Asia-America Gateway è lungo più di 19.000 chilometri e attraversa il Pacifico collegando Thailandia, Cina, Brunei, Malesia, Singapore, Vietnam, Filippine, Guam e Hawaii agli Stati Uniti. Se vuoi vederli tutti, TeleGeography ha una mappa affascinante che mostra quanti cavi attraversano i principali oceani come l’Atlantico e il Pacifico.

Questi cavi hanno un’incredibile larghezza di banda. Più di 5 miliardi di persone usano internet, e ci sono solo poche centinaia di cavi per trasmettere dati tra i continenti. Ad esempio, il cavo MAREA, di proprietà di Facebook e Microsoft, trasmette dati a velocità misurate in terabit tra Virginia Beach negli Stati Uniti e Bilbao in Spagna. Google ha già investito in una serie di cavi sottomarini, tra cui Dunant, che collega la Virginia alla Francia; Firmina, che collegherà la Carolina del Sud all’Argentina, al Brasile e all’Uruguay; ed Equiano, che collega Portogallo, Nigeria e Sudafrica.

Un cavo per la trasmissione di dati è largo all'incirca quanto un tubo per bagnare il giardino ma contiene tantissime fibre ottiche con il diametro all’incirca di un capello. Naturalmente a volte ci sono incidenti di vario tipo e i cavi si possono rompere. Se ne sente parlare raramente perché la maggior parte delle aziende che li utilizza cerca di inviare i dati tramite più cavi: se un cavo si rompe, la rete funzionerà senza intoppi grazie alla presenza di più cavi "fratelli", permettendo al guasto di essere risolto senza intaccare la navigazione  degli utenti. La maggior parte dei danni sono causati da pescherecci e navi, legati principalmente allo strascico di ancore. Altri fattori, sebbene più rari, sono terremoti, sabotaggi e… morsi di squalo.

La durata media di utilizzo dei cavi si aggira attorno ai  25 anni, anche se spesso vengono disconnessi prima perché la tecnologia progredisce velocemente e sono disponibili cavi molto più veloci. Di solito, purtroppo, non vengono recuperati ma lasciati a invecchiare sul fondo dell’oceano. Esistono però aziende che acquistano i diritti sui cavi per poterli recuperare e ricavarne materie prime. In altri casi i cavi vengono venduti e acquistati da Paesi o aziende meno ricchi per i quali sarebbe troppo alta la spesa di un nuovo cavo. Tra i Paesi che possiedono il maggior numero di cavi troviamo gli Stati Uniti e la Cina. I principali investitori sono multinazionali come Google, Facebook, Microsoft e Amazon e includono operatori di telecomunicazioni e mobili, istituti di ricerca, governi.

Molte delle pagine web che utilizziamo giornalmente sono ospitate su server localizzati in tutto il mondo e quindi chiunque acceda a Internet sta utilizzando i cavi sottomarini. I dispositivi wireless e i nostri cellulari possono utilizzare anche i satelliti oltre ai cavi sottomarini in modo da raggiungere aree non ancora ditate di cavi. Tuttavia la fibra ottica è molto più economica, veloce e porta molti più dati rispetto ai satelliti. Quando si utilizza il cellulare, il segnale wireless viene trasmesso dal telefono all’antenna più vicina, ma da lì i dati verranno trasferiti su cavi in fibra ottica, siano essi terrestri o sottomarini. Arrivati a destinazione la chiamata o i dati internet torneranno wireless  e raggiungeranno il cellulare ricevente.


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