Il Canale ha una storia lunghissima: i primi scavi per collegare il mar Mediterraneo con il mar Rosso risalgono al 1800 a.C. quando fu creato un primo canale per l’irrigazione, che poteva diventare navigabile nei periodi di piena, in seguito chiamato Canale dei Faraoni. Le prime testimonianze certe della sua realizzazione però risalgono al 600 a.C.
I resti del Canale dei Faraoni furono rinvenuti nel 1799 dalla celebre spedizione in Egitto di Napoleone, che per diversi anni nutrì la speranza di poter aprire una via verso il mar Rosso. Napoleone rinunciò alla costruzione di un canale perché i suoi scienziati gli dissero che il livello del mar Rosso era di circa 9 metri più alto di quello del mar Mediterraneo: per costruire un canale navigabile per collegare i due mari sarebbe stato necessario creare un complesso sistema di chiuse. Gli scienziati di Napoleone però si sbagliavano: la differenza d’altezza tra i livelli dei due mari è in realtà trascurabile, ma si arrivò al 1854 prima che un francese - Ferdinand de Lesseps – ottenesse la concessione per cominciare la costruzione del canale. La costruzione cominciò nel 1859, durò dieci anni e si svolse in condizioni terribili: morirono migliaia di lavoratori, in gran parte egiziani costretti al lavoro forzato, soprattutto a causa delle epidemie di colera e altre malattie che si diffusero nei cantieri. L’inaugurazione avvenne nel 1869 e fu un evento mondiale.
La Gran Bretagna, inizialmente contraria alla costruzione del canale ne ottenne il controllo alla fine del 1800, quando conquistò l’Egitto e comprò la Compagnia del Canale di Suez. Nel 1888, la Convenzione di Costantinopoli dichiarò il canale un territorio neutrale sotto la protezione britannica.
Il Canale di Suez, al momento dell’apertura, era un’opera imponente ma relativamente semplice: consentiva il transito di una nave per volta, e per garantire un passaggio più rapido lungo il tragitto si trovavano degli slarghi. Il tempo necessario per attraversarlo tutto, all’inizio, era di circa 40 ore. Nel 1947 fu introdotto un sistema a carovane: ogni giorno erano organizzate tre partenze di grandi gruppi di navi tutte in fila, due dirette verso sud e una diretta verso nord, che procedevano in senso unico alternato: il tempo di percorrenza si accorciò a 15 ore. Questo sistema è rimasto in vigore fino all’allargamento del Canale, avvenuto nel 2015.
Fin dalla sua apertura, il Canale cambiò in maniera eccezionale i trasporti e i commerci. Nel 1870 i transiti attraverso il Canale erano 500 ma crebbero in maniera consistente fino a superare i 18 mila (50 navi al giorno) di oggi. L’apertura del Canale mandò in pensione la circumnavigazione dell’Africa e dopo che i paesi del golfo Persico diventarono grandi esportatori di petrolio, divenne essenziale per il rifornimento energetico dell’Europa.
Il Canale divenne centrale dopo la Seconda guerra mondiale: nel 1956 L’Egitto se ne appropriò e Regno Unito, Francia e Israele invasero il paese. Fu chiamata la crisi di Suez, durò otto giorni ma la pressione internazionale fu così forte che i tre paesi furono costretti a ritirarsi. A presidiare l’area furono mandati i caschi blu dell’ONU: per il Regno Unito e la Francia fu una grave umiliazione.
Nel 1967, dopo la Guerra dei sei giorni, Israele ottenne il controllo di una delle due sponde del Canale che rimase chiuso per otto anni, fino al 1975. Al momento della chiusura, stavano transitando nel Canale 15 navi commerciali, che rimasero bloccate per tutti gli otto anni.
Per l’Egitto il canale di Suez è un’enorme fonte di reddito: il costo per il transito di ogni singola nave va dai 100 mila ai 500 mila dollari. Nonostante l’enorme costo di transito, generalmente per le compagnie navali usare il Canale di Suez è piuttosto conveniente, perché risparmiano 15 giorni di viaggio e il corrispondente consumo di carburante.
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