lunedì 23 ottobre 2023

Il consumo di suolo


Il consumo di suolo è un fenomeno nato quando l’uomo ha iniziato a diventare sedentario ed è divenuto oggetto di discussione negli ultimi anni soprattutto a seguito della crescita della popolazione urbana. Si intende l’occupazione  di superficie originariamente agricola a causa della copertura artificiale di terreno che viene reso impermeabile  e non  più in grado di svolgere la propria funzione.

Il suolo ci fornisce un ecosistema sul quale si basa la nostra sopravvivenza e svolge numerose funzioni vitali per il benessere dell’ambiente:

  • è la base indispensabile per l’attività agricola e forestale;
  • la regolazione del ciclo idrologico (immagazzinamento dell’acqua, riduzione del dilavamento, ricarica delle falde);
  • è habitat per gli organismi viventi e supporto alla biodiversità;
  •  regola il  clima;
  • è accumulo e riciclo di nutrienti; 
  • deposito di carbonio fonte di materie prime

 Il suolo è una risorsa è fondamentalmente non rinnovabile, la sua formazione, grazie all’azione di fattori fisici, chimici e biologici, è estremamente lenta: sono necessari almeno 500 anni per la formazione di 2,5 centimetri di suolo. Perciò, una volta che il terreno è stato impermeabilizzato per far posto a strade, case o ad altre attività umane, tutte le sue funzionalità vengono meno e rimuovere la copertura non è sufficiente a ripristinarlo in tempi brevi, di conseguenza diventa essenziale proteggerlo e limitarne il consumo.

Il consumo di suolo è dovuto principalmente all’aumento  delle aree insediative, industriali, commerciali e delle infrastrutture.  Nel 1950 in Italia il terreno impermeabilizzato rappresentava meno del 3% della superficie nazionale, mentre nel 2017 è diventato  quasi l’8%, con una crescita di 2 metri quadrati al secondo. La superficie urbanizzata totale è un’area pari alla superficie della Regione Toscana.

La regione più colpita è la Lombardia (13% del suolo regionale consumato), seguita dal Veneto (12%) e dalla Campania (10%). Il fatto che l’Italia sia soggetta ad un alto rischio idrogeologico è direttamente collegato a questo fenomeno. Il suolo impermeabilizzato non assorbe l’acqua delle piogge che finisce  direttamente nei fiumi che si ingrossano e non sono più trattenuti dagli argini.

Il suolo si comporta da regolatore termico: le superfici cementificate o asfaltate immagazzinano e sprigionano molto calore nei mesi estivi, diversamente da quelle coperte da vegetazione, che, grazie all’evapotraspirazione delle piante, garantiscono un abbassamento di temperatura.

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