mercoledì 27 ottobre 2021

Rifiuti elettronici: una miniera di metalli preziosi

I rifiuti elettronici sono una miniera di metalli preziosi: oro, rame, argento ma anche palladio e rodio utilizzati per la costruzione di schede elettroniche e microprocessori. Estrarli comporta processi lunghi, costosi e che richiedono notevoli quantità di energia, insomma c’è poco da guadagnarci.

La recente scoperta di un team di ricercatori della Rice University del Texas potrebbe però rendere questi processi più accessibili. Si è messo a punto un processo industriale noto come "flash Joule heating", solitamente utilizzato per la produzione del grafene e altri materiali supersottili.

Il materiale da riciclare, dopo essere stato polverizzato, viene portato istantaneamente, tramite una scarica elettrica, a oltre 3.000°C. A questa temperatura i metalli evaporano, vengono aspirati e portati ad una camera di condensazione dove vengono fatti raffreddare e solidificare nuovamente. I diversi materiali vengono a questo punto separati e recuperati mediante comuni processi industriali.

Questo processo, che consuma relativamente poca energia, permette di recuperare e smaltire correttamente anche i metalli tossici come il piombo, l'arsenico, il cadmio e il mercurio, normalmente difficili da separare.

Questa tecnologia, una volta industrializzata, potrebbe rappresentare una svolta importante: ogni anno finiscono in discarica oltre 40 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici e solo il 20% di queste viene riciclato.

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