La recente scoperta di un team di ricercatori della Rice
University del Texas potrebbe però rendere questi processi più accessibili. Si
è messo a punto un processo industriale noto come "flash Joule
heating", solitamente utilizzato per la produzione del grafene e altri
materiali supersottili.
Il materiale da riciclare, dopo essere stato polverizzato,
viene portato istantaneamente, tramite una scarica elettrica, a oltre 3.000°C.
A questa temperatura i metalli evaporano, vengono aspirati e portati ad una
camera di condensazione dove vengono fatti raffreddare e solidificare
nuovamente. I diversi materiali vengono a questo punto separati e recuperati
mediante comuni processi industriali.
Questo processo, che consuma relativamente poca energia,
permette di recuperare e smaltire correttamente anche i metalli tossici come il
piombo, l'arsenico, il cadmio e il mercurio, normalmente difficili da separare.
Questa tecnologia, una volta industrializzata, potrebbe rappresentare
una svolta importante: ogni anno finiscono in discarica oltre 40 milioni di
tonnellate di rifiuti elettronici e solo il 20% di queste viene riciclato.
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