Tra pochi il Regno Unito, a Glasgow, ospiterà dunque la
COP26 un evento che molti ritengono essere la migliore, nonché ultima, opportunità
del mondo per tenere sotto controllo le conseguenze devastanti dei cambiamenti
climatici.
In vista della COP26 il Regno Unito sta lavorando con
ciascun Paese per raggiungere un accordo su come affrontare i cambiamenti
climatici. I leader mondiali attesi in Scozia saranno più di 190. Ad essi si
uniranno decine di migliaia di negoziatori, rappresentanti di governo, imprese
e cittadini per dodici giorni di negoziati.
Nei prossimi giorni si riunisce anche il G20 a Roma, che
raduna i 20 più ricchi paesi del mondo, e tra i principali temi di discussione
naturalmente ci saranno anche i cambiamenti climatici che subito dopo i leader
dei Paesi si troveranno a discutere a Glasgow.
L’ultima importante COP si tenne a Parigi nel 2015, da cui
scaturirono appunto gli accordi di Parigi. Per la prima volta successe qualcosa
di epocale: tutti i Paesi accettarono di collaborare per limitare l’aumento
della temperatura globale ben al di sotto dei 2 gradi, puntando a limitarlo a
1,5 gradi. Inoltre i Paesi s’impegnarono ad adattarsi agli impatti dei
cambiamenti climatici e a mobilitare i fondi necessari per raggiungere questi
obiettivi. Glasgow sarà il momento in cui i Paesi aggiorneranno i propri piani
per raggiungere gli obiettivi stabiliti.
Ma non è tutto. Gli impegni presi a Parigi non sono neanche
lontanamente sufficienti per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi, e
la finestra utile per il raggiungimento di questo obiettivo si sta chiudendo. Quindi
per quanto il vertice di Parigi sia stato un evento epocale, i Paesi dovranno
spingersi ben oltre quanto fatto in quello storico vertice per mantenere viva
la speranza di contenere l’aumento della temperatura a 1,5. La COP26 deve
essere decisiva.
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