martedì 7 novembre 2017

Clima, 47 paesi sotto l'accusa dei bambini del Portogallo

Nel loro salvadanaio sul web ci sono 22mila euro ma a questi ragazzini non bastano. Il mucchio di soldi raccolti online in appena un mese da sette bambini portoghesi sarebbero sufficienti per comprare molte cose ma non sono abbastanza per il loro ambizioso motivo: salvare la Terra.
Gli incendi dei giorni scorsi nei boschi di Piemonte e Lombardia, in Portogallo sono andati avanti per gran parte dell'estate e fino a pochi giorni fa, con un bilancio di oltre cento morti ed enormi danni all'ambiente. Secondo gli esperti, le temperature sopra i 40 gradi e la siccità dell'estate - legate alle emissioni di gas serra e al surriscaldamento globale - hanno favorito le fiamme. A essere colpita in particolare è la regione della Leiria, nel centro del Portogallo, da dove vengono anche alcuni bambini che sono stati coinvolti in prima persona negli incendi. Sette di loro, dai cinque ai 18 anni, hanno quindi deciso insieme ai genitori di portare in tribunale 47 governi europei, colpevoli di non aver fatto nulla per salvaguardare il clima e l'ambiente e per aver messo a repentaglio il futuro dei più piccoli.
Le misure adottate da molti dei Paesi che hanno firmato la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo non si stanno rivelando efficaci e i bambini chiedono che gli Stati si impegnino di più e lascino perdere i combustibili fossili per sfruttare invece le energie rinnovabili. Per arrivare alla Corte Europea dei Diritti Umani (l'unica che può obbligare i Paesi membri a rispettare i patti) i bambini hanno chiesto aiuto all'organizzazione non governativa Global Legal Action e a una squadra di avvocati britannici esperti di cambiamento climatico. Raccogliere le prove necessarie e preparare il caso costerà una cifra molto, una cifra che i ragazzi hanno intenzione di raccogliere. Quasi seicento persone hanno già donato piccole somme ma ne servono di più.

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