E' stato connesso alle rete elettrica della provincia cinese dello Shanxi il parco fotovoltaico a forma di panda di Datong. Si tratta dei primi 50 MW su 100 MW totali, che stupiscono più per la creatività che per le soluzioni tecniche adottate.
Non si tratta, infatti, dell'impianto fotovoltaico più grande del mondo ma, sicuramente, del più originale e simpatico. Che porta con sé anche un bel messaggio.
L'idea, infatti, è quella di lanciare un messaggio ai giovanissimi in un paese, la Cina, che è fondamentale per il futuro dell'intero pianeta. E' noto, infatti, che le scelte che faranno i cinesi nei prossimi 20-30 anni influiranno pesantemente sullo sviluppo economico e sociale del resto del mondo.
Il parco di Datong è stato costruito da Panda Green Energy. La storia del parco solare a forma di panda è iniziata a maggio 2016.
Al di là del forte impatto comunicativo, specialmente nei confronti dei più giovani, quando l'impianto fotovoltaico a forma di panda di Datong sarà ultimato potrà produrre 3,2 miliardi di kWh di energia elettrica pulita, nel corso dei 25 anni di operatività prevista dal progetto. Ciò comporterà un risparmio di emissioni di CO2 pari a 2,74 miliardi di tonnellate, che sarebbero state prodotte se l'energia elettrica fosse stata generata da 1.065 milioni di tonnellate di carbone.
Panda Green Energy prevede di costruire, nei prossimi cinque anni, altri parchi fotovoltaici dalle forme insolite (come anche centrali elettriche con altre tecnologie pulite) lungo la via della seta con il progetto "Panda 100 Program".
giovedì 20 luglio 2017
giovedì 6 luglio 2017
Come funziona Google Translate?
Lo usiamo un po’ tutti, ma pochi lo ammettono. E i
traduttori, quelli in carne e ossa, inorridiscono.
«Google Translate non vuole competere con i traduttori di
professione», spiegano da Google. «Il
nostro obiettivo è sviluppare il prodotto più utile per le persone comuni nella
vita di tutti i giorni, aiutando per esempio gli utenti dei Paesi in via di
sviluppo che usano Internet per la prima volta a rompere le barriere
linguistiche, o semplicemente facilitando la comunicazione durante una vacanza.
È un uso diverso dalla traduzione professionale».
Eppure se si entra dentro il traduttore di Google, si scopre
che gli ingranaggi che lo compongono sono tutt’altro che codici e rotelle
virtuali. Le traduzioni che appaiono sul lato destro dello schermo sono il
risultato di un sistema incrociato di testi già scritti e tradotti. Dai
traduttori professionisti, appunto. Translate usa una combinazione di sistemi
di apprendimento automatico e intelligenze artificiali. Alla
base c’è la Machine Translation, che analizza milioni di documenti sul Web già
tradotti, come libri o trascrizioni che arrivano da fonti istituzionali come
l’Onu, dove per i testi ufficiali vengono prodotti in lingue diverse. I computer di Google scansionano i testi e individuano i campioni
statistici più significativi che collegano la traduzione con il testo
originale. Questi milioni e milioni di campioni vengono poi usati dagli algoritmi per creare schemi per tradurre testi simili in futuro.
Alcune lingue, come l’inglese, funzionano meglio delle
altre. Soprattutto quando l’inglese è la lingua tradotta e la lingua di
partenza è una delle lingue dell’Unione europea, grazie all’uso dei numerosi
testi dell’Unione europea tradotti nelle diverse lingue comunitarie. Il
problema sorge quando per alcune lingue non ci sono abbastanza documenti
tradotti sul web che si possono usare per sviluppare campioni e istruire il
sistema. La difficoltà esiste soprattutto con
lingue come il greco, il cirillico, il cinese o l’arabo, che hanno alfabeti
diversi da quello latino: in questo caso i testi possono essere traslitterati
automaticamente dagli equivalenti fonetici, ma esistono anche le opzioni di
scrittura a mano sullo schermo e la traduzione vocale.
Anche gli utenti, comunque, possono contribuire a educare il
sistema fornendo un giudizio sulla traduzione che hanno ottenuto. E in molti
casi l’intervento degli utenti è stato risolutivo. Ci sono persone che
chiedevano come potevano contribuire a a rendere migliore Google Translate
nella loro lingua, così è stata creata una Translate Community. Una storia di successo è quella della lingua kazaka. Il governo ha
invitato le comunità di lingua inglese e kazaka a contribuire al progetto di
sviluppo di Google Translate in kazako. E oggi anche in Kazakistan possono
usare il traduttore automatico.
Al momento Google Translate è disponibile per 90 lingue,
compresi zulu, yiddish e swahili. C’è anche il latino
per le versioni. Si lavora per introdurre anche lingue
come il cantonese, il curdo, il tibetano e il samoano. Per gli smartphone e
tablet che supportano Android, si può scaricare un linguaggio di riferimento
prima del viaggio, in modo che si possa usare Translate anche senza connessione
quando si è all’estero.
Una delle ultime novità lanciate è Word Lens, il sistema che
permette di tradurre cartelli e segnali stradali puntando la videocamera dello
smartphone. Funzionalità che al momento esiste solo per alcune lingue.
sabato 1 luglio 2017
Come funziona il Bluetooth
Ci sono molteplici modi per far comunicare due o più
dispositivi elettronici. Il più comune è sicuramente quello di utilizzare un
cavo. Utilizziamo cavi per connettere il PC con la stampante, il televisore
allo stereo, Il decoder al videoregistratore, il cellulare ad una cassa audio, il portatile
alla rete.
Quante volte avete litigato con il groviglio di cavi
nascosti dietro al vostro PC o dietro al vostro televisore? Quante volte
avete pensato alla comodità di una connessione senza fili ?
Tutto questo è possibile grazie al Bluetooth, una tecnologia
abbastanza recente che permette di eliminare il problema dei cavi e dei
protocolli di comunicazione tra i differenti dispositivi. Il Bluetooth è uno
standard creato affinché una vasta gamma di prodotti possano comunicare tra
loro utilizzando le onde radio a corto raggio. Il nome deriva da Harald
Bluetooth, un re Vichingo vissuto in Danimarca nel X Secolo che unificò i regni
di Danimarca e Norvegia.
Le caratteristiche principali della comunicazione BlueTooth
sono tre: l'assenza completa di cavi e fili, il costo limitato derivato dall'uso di una tecnologia
semplice ed economica e la completa automazione.
I dispositivi Bluetooth
stabiliscono in modo automatico una connessione tra loro, senza che l'utente
faccia nulla e conosca nulla del loro funzionamento. Lo standard Bluetooth prevede l'utilizzo di una banda radio
a 2.45Ghz con una velocità di trasferimento fino a 1 -3 e 24 Mbit al secondo nell'ultima versione.
Il raggio di azione del Bluetooth varia a seconda della
potenza dell'antenna radio installata ma la maggior parte dei dispositivi sono
di bassa potenza quindi con raggio max di 10 m.
Il dispositivo può usare fino a 79 frequenze in modo casuale,
cambiandole secondo un certo ordine fino a 1600 volte al secondo: è molto
improbabile che due dispositivi riescano a trasmettere sulla stessa frequenza
allo stesso tempo e quindi disturbarsi. Nel caso piuttosto raro che questo
avvenga, l'interferenza è comunque limitata ad una piccola frazione millesimale
di secondo.
Una delle applicazioni più in uso riguarda il collegamento
del cellulare al kit vivavoce della nostra auto o ad una cassa audio.
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