Il nuovo sistema operativo di Microsoft sarà una svolta storica per la casa di Redmond ed è anche il prodotto con cui la stessa si giocherà la reputazione nel settore dei tablet e degli smartphone. Sono tante le novità, a partire dalla nuova interfaccia a tiles (mattonelle), riassumiamo le principali in 10 punti.
1. Quanti Windows 10?
Windows 10 sarà disponibile in 7 versioni: Home, Mobile, Pro, Enterprise, Education, Mobile Enterprise e, per la prima volta, una versione IoT (Internet of Things) Core. Le più attese sono Windows Home, per personal computer e tablet, e Windows Mobile per gli smartphone. I server, invece, dovranno aspettare Windows Server 2016. Una versione touch di Office sarà disponibile gratuitamente nelle versioni dedicate a tablet e smartphone.
2. Quando esce?
Non è ancora stata dichiarata la data ufficiale di uscita di Windows 10 ma è molto probabile che sarà un giorno di fine luglio – almeno per i produttori di hardware - in 190 nazioni e 111 lingue. Inizialmente non saranno rilasciate tutte le versioni: quelle per smartphone e tablet non arriveranno prima di ottobre. Intanto, chiunque abbia un account Microsoft può provare una versione beta scaricandola da Insider Windows .
3. (Quasi) gratis
Microsoft ha dichiarato che l’aggiornamento a Windows 10 Home e Pro sui sistemi Windows 7, 8 e Windows Phone 8.1 non piratati sarà gratuito se effettuato entro un anno dall’uscita. Passati i 12 mesi dal lancio si dovrà pagare per l’aggiornamento, ma non si sa ancora quanto. Nelle versioni per schermi touch, inoltre, sarà installato gratuitamente Office.
4. Gli aggiornamenti
Con Windows 10 va in soffitta la “major release” ovvero l’aggiornamento una tantum proposto a intervalli regolari di tempo in cui si raggruppavano tutte le correzioni in un download solo. Ora Microsoft rilascerà aggiornamenti più leggeri e più frequenti e, come abbiamo già raccontato, non chiederà il permesso a nessuno. L’idea è che tutti i Windows 10 in tutto il mondo siano sempre performanti e sicuri.
5. Hello (world)
Windows 10 introduce un nuovo riconoscimento al posto della classica password. L’autenticazione sarà biometrica, con il riconoscimento facciale, dell’iride e dell’impronta del polpastrello ma ci vorrà un lettore apposito o un computer con camera RealSense 3D di Intel.
6. Ciao, come va?
Già introdotta in Windows Phone, l’assistente vocale di Microsoft si preannuncia come una delle grandi novità di Windows 10. Sarà utilizzato non solo dalle applicazioni e dai servizi del sistema operativo ma anche dagli sviluppatori che potranno integrarlo nelle loro applicazioni. Sarà a disposizione per diverse attività, dalla ricerca su Bing alla creazione di un appuntamento o la modifica delle impostazioni.
7. Addio Explorer
Dopo 20 anni di onorata carriera e qualche vicissitudine, il browser di Microsoft lascia il posto a Edge, il nuovo programma di navigazione di Windows 10. Rivedendo completamente l’esperienza di navigazione per adattarsi soprattutto agli schermi touch di tablet e smartphone, Microsoft intende usare Edge e Cortana come biglietti da visita per convincere soprattutto il consumatore.
8. Le app Android e iOS
All’ultima Build 2015 – conferenza Microsoft rivolta agli sviluppatori – la casa di Redmond ha chiarito che le app e i giochi sviluppati per piattaforma Android o iOS potranno essere “portati” più o meno facilmente su Windows 10, ma solo su smartphone e piccoli tablet. Senza dover ricreare da zero le app, gli sviluppatori ricompileranno le loro creature utilizzando un Sdk (software development kit) fornito gratuitamente da Microsoft.
9. Indipendente dallo schermo
Collegando uno smartphone con Windows 10 Mobile a uno schermo tv via Hdmi, la schermata si adatta immediatamente alla nuova dimensione e, con un mouse e una tastiera bluetooth, lo smartphone può essere gestito come un computer grazie a Continuum.
10. Sorella xBox
Se il Pc, o comunque il dispositivo con Windows 10, è collegato alla stessa rete WiFi di una xBox One, sarà possibile giocare in streaming sul Pc i giochi installati nella console senza emulazione. In pratica si tratta di un’estensione su un altro schermo.
venerdì 26 giugno 2015
giovedì 25 giugno 2015
Apple Watch esce anche in Italia
Così è nato l’Apple Watch, l’orologio intelligente della Mela, in vendita anche in Italia dal 26 giugno dopo il debutto due mesi fa in Usa, Francia, Germania e altri Paesi. È il gadget del 2015, ma anche un accessorio di moda, il segno di una tecnologia che sempre più entra nella vita di tutti i giorni.
Tutte le versioni, da quella più economica in alluminio a quella superlusso in oro, condividono le stesse funzioni e la stessa cura dei dettagli, nell’hardware, nel software, nell’interfaccia. E' spesso e non proprio leggerissimo, eppure si porta come un normale orologio. Ha un display molto nitido, che normalmente è spento, ma basta fare il gesto di vedere l’ora e si attiva, mostrando una delle tante interfacce possibili: un orologio analogico, un cronografo, immagini animate, disegni, testi. Tutto è configurabile, personalizzabile, programmabile, e le combinazioni sono numerose, così alla fine ognuno ha al polso il suo Apple Watch, diverso da tutti gli altri. Notiamo qui che resiste all’acqua, anche se non è impermeabile, e che la batteria arriva sempre a fine a giornata.
Da solo mostra l’ora e poco più, abbinato a un iPhone, l’Apple Watch diventa un secondo schermo che permette di accedere a molte funzioni direttamente dal polso. Le tante funzioni richiedono un po’ di tempo per essere comprese, ma poi è un piacere chiedere a Siri di fissare un appuntamento sul calendario o di cercare un ristorante: l’assistente vocale è veloce e comprende il parlato senza incertezze. Le notifiche sono discrete, una vibrazione al polso e una breve nota; meglio però scegliere quali attivare con l’app dell’Apple Watch sull’iPhone, altrimenti si rischia di essere travolti da tweet, mail e messaggi. Apple forse non ci aveva pensato, ma il Watch è perfetto per le gita in bici o in scooter, dove le indicazioni, grandi e ben contrastate, permettono di viaggiare senza doversi fermare a controllare il navigatore sullo smartphone.
Numerose le funzioni dedicate alla salute e al fitness: oltre a rilevare il battito cardiaco, l’Apple Watch tiene sotto controllo quanto camminiamo e quante calorie consumiamo; per i più pigri un avviso segnala quando è tempo di alzarsi e muoversi. A ogni obiettivo raggiunto ci aspetta una medaglia: il premio è virtuale, il benessere reale. Con l’orologio di Apple si possono poi leggere le mail, inviare messaggi, telefonare, anche se parlare al polso è un’esperienza straniante.
Può comprarlo solo chi ha un iPhone 5 o superiore. In Italia i prezzi dell’Apple Watch non sono ancora noti, ma in Francia si parte da 399 euro per il modello Sport da 32 mm, passando per i 649 di quello in acciaio, fino a 18 mila per la versione Edition in oro. Non proprio per ragazzi.
Tutte le versioni, da quella più economica in alluminio a quella superlusso in oro, condividono le stesse funzioni e la stessa cura dei dettagli, nell’hardware, nel software, nell’interfaccia. E' spesso e non proprio leggerissimo, eppure si porta come un normale orologio. Ha un display molto nitido, che normalmente è spento, ma basta fare il gesto di vedere l’ora e si attiva, mostrando una delle tante interfacce possibili: un orologio analogico, un cronografo, immagini animate, disegni, testi. Tutto è configurabile, personalizzabile, programmabile, e le combinazioni sono numerose, così alla fine ognuno ha al polso il suo Apple Watch, diverso da tutti gli altri. Notiamo qui che resiste all’acqua, anche se non è impermeabile, e che la batteria arriva sempre a fine a giornata.
Da solo mostra l’ora e poco più, abbinato a un iPhone, l’Apple Watch diventa un secondo schermo che permette di accedere a molte funzioni direttamente dal polso. Le tante funzioni richiedono un po’ di tempo per essere comprese, ma poi è un piacere chiedere a Siri di fissare un appuntamento sul calendario o di cercare un ristorante: l’assistente vocale è veloce e comprende il parlato senza incertezze. Le notifiche sono discrete, una vibrazione al polso e una breve nota; meglio però scegliere quali attivare con l’app dell’Apple Watch sull’iPhone, altrimenti si rischia di essere travolti da tweet, mail e messaggi. Apple forse non ci aveva pensato, ma il Watch è perfetto per le gita in bici o in scooter, dove le indicazioni, grandi e ben contrastate, permettono di viaggiare senza doversi fermare a controllare il navigatore sullo smartphone.
Numerose le funzioni dedicate alla salute e al fitness: oltre a rilevare il battito cardiaco, l’Apple Watch tiene sotto controllo quanto camminiamo e quante calorie consumiamo; per i più pigri un avviso segnala quando è tempo di alzarsi e muoversi. A ogni obiettivo raggiunto ci aspetta una medaglia: il premio è virtuale, il benessere reale. Con l’orologio di Apple si possono poi leggere le mail, inviare messaggi, telefonare, anche se parlare al polso è un’esperienza straniante.
Può comprarlo solo chi ha un iPhone 5 o superiore. In Italia i prezzi dell’Apple Watch non sono ancora noti, ma in Francia si parte da 399 euro per il modello Sport da 32 mm, passando per i 649 di quello in acciaio, fino a 18 mila per la versione Edition in oro. Non proprio per ragazzi.
Vent'anni di Superquark
Il programma condotto da Piero Angela compie quest'anno i vent'anni esatti, nel 1995 fu la prima edizione. Ma l'inizio degli approfondimenti scientifici del conduttore risale al 1981 con la trasmissione 'Quark' in onore alla famosa particella della materia. Ecco le anticipazioni di Superquark riguardanti la puntata di stasera in onda su Rai Uno dalle 21,20 circa.
Di cosa si parlerà stasera? Le Alpi da un'altra prospettiva: grazie all'utilizzo di una telecamera ad altissima definizione montata su di un elicottero, il documentario naturalistico si occuperà di esplorare le Alpi dalla prospettiva delle aquile, dall'alto come mai prima d'ora. In occasione del centenario della prima guerra mondiale, sarà possibile esplorare i castelli, le fortezze e le trincee che hanno caratterizzato la vita quotidiana di milioni di soldati.
Sempre in ricordo del centenario dallo scoppio della prima guerra mondiale (1915-2015) Superquark stasera spiegherà come ci si curava nelle trincee in una guerra parallela volta a trovare le migliori cure nel minor tempo possibile, tutto ciò operando direttamente sul fronte.
Il Parco della Gaiola, a Napoli, poco dopo Posillipo e dinanzi all'isoletta di Nisida, area archeologica sommersa. E poi le consuete rubriche: Alessandro Barbero per la storia, Paco Lanciano per gli esperimenti, Silvio Garattini in studio spiegherà la convenienza dei farmaci equivalenti. Elisabetta Berardi si occuperà di nutrizione e Danilo Mainardi chiarirà alcuni aspetti del comportamento animale. Appuntamento con Superquark stasera in tv su Rai Uno alle 21,20.
Di cosa si parlerà stasera? Le Alpi da un'altra prospettiva: grazie all'utilizzo di una telecamera ad altissima definizione montata su di un elicottero, il documentario naturalistico si occuperà di esplorare le Alpi dalla prospettiva delle aquile, dall'alto come mai prima d'ora. In occasione del centenario della prima guerra mondiale, sarà possibile esplorare i castelli, le fortezze e le trincee che hanno caratterizzato la vita quotidiana di milioni di soldati.
Sempre in ricordo del centenario dallo scoppio della prima guerra mondiale (1915-2015) Superquark stasera spiegherà come ci si curava nelle trincee in una guerra parallela volta a trovare le migliori cure nel minor tempo possibile, tutto ciò operando direttamente sul fronte.
Il Parco della Gaiola, a Napoli, poco dopo Posillipo e dinanzi all'isoletta di Nisida, area archeologica sommersa. E poi le consuete rubriche: Alessandro Barbero per la storia, Paco Lanciano per gli esperimenti, Silvio Garattini in studio spiegherà la convenienza dei farmaci equivalenti. Elisabetta Berardi si occuperà di nutrizione e Danilo Mainardi chiarirà alcuni aspetti del comportamento animale. Appuntamento con Superquark stasera in tv su Rai Uno alle 21,20.
lunedì 15 giugno 2015
Rinnovabili, Stati Uniti alimentati al 100% da energia pulita entro il 2050
L'intero territorio degli Stati Uniti potrà essere alimentato esclusivamente da fonti rinnovabili entro il 2050. A rivelarlo è uno studio dell'Università di Stanford, che ha analizzato la situazione energetica di ciascuno dei 50 Stati a stelle e strisce. Sulla base dei dati raccolti i ricercatori hanno poi creato un piano ad hoc per la svolta "verde", in modo che sia economicamente sostenibile e basato sull'uso di tecnologie già esistenti. L'obiettivo: eliminare le emissioni di gas a effetto serra derivanti dai combustibili fossili.
Sono stati presi in esame vari parametri, a cominciare dall'esposizione al sole e dal numero di tetti esposti a sud e non ombreggiati adatti a ospitare pannelli solari. La raccolta dati si è poi concentrata sulle mappe del vento per stabilire dove le turbine eoliche offshore fossero un'opzione. Per quanto riguarda altre fonti energetiche, i ricercatori hanno stabilito che il geotermico è praticabile a costi sostenibili solo in 13 Stati e che non c'è bisogno di nuove dighe per l'idroelettrico, ma solo di rendere più efficienti quelle già costruite.
I vantaggi della svolta "verde" saranno ambiente, salute, lavoro. Nel complesso, sottolineano gli esperti, la conversione al 100% di rinnovabili salverebbe 63mila vite all'anno, creerebbe decine o centinaia di nuovi posti di lavoro in ogni Stato e richiederebbe non più dello 0,5% del territorio da destinare a pannelli fotovoltaici o a turbine eoliche.
Sono stati presi in esame vari parametri, a cominciare dall'esposizione al sole e dal numero di tetti esposti a sud e non ombreggiati adatti a ospitare pannelli solari. La raccolta dati si è poi concentrata sulle mappe del vento per stabilire dove le turbine eoliche offshore fossero un'opzione. Per quanto riguarda altre fonti energetiche, i ricercatori hanno stabilito che il geotermico è praticabile a costi sostenibili solo in 13 Stati e che non c'è bisogno di nuove dighe per l'idroelettrico, ma solo di rendere più efficienti quelle già costruite.
I vantaggi della svolta "verde" saranno ambiente, salute, lavoro. Nel complesso, sottolineano gli esperti, la conversione al 100% di rinnovabili salverebbe 63mila vite all'anno, creerebbe decine o centinaia di nuovi posti di lavoro in ogni Stato e richiederebbe non più dello 0,5% del territorio da destinare a pannelli fotovoltaici o a turbine eoliche.
mercoledì 3 giugno 2015
In Europa 40% energia consumata da edifici
Gli edifici in Europa sono responsabili del 40% del consumo di energia. Circa due terzi di questi consumi sono causati dal riscaldamento. Le abitazioni incidono molto più degli uffici, visto che occupano oltre il 90% degli edifici. Questi numeri sono stati raccolti da un gruppo internazionale di ricercatori coordinati dall'Istituto per le Energie Rinnovabili dell'EURAC di Bolzano.
In Italia, dove i consumi si allineano alla media europea, il costo medio per il riscaldamento e l'acqua calda sanitaria in un appartamento di 70 metri quadri si aggira intorno a 1400 euro l'anno. Secondo i calcoli dei ricercatori questa spesa potrebbe essere ridotta dal 50 al 70% con interventi sull'involucro, sulle finestre e sugli impianti termici. Gli edifici residenziali europei consumano in media 140 chilowattora per metro quadro all'anno per il riscaldamento situandosi nella non pregevole classe E. Per la fornitura di acqua calda ne servono invece in media 25 e altri 20 per il raffrescamento estivo.
Nonostante climi diversi, i consumi per il riscaldamento non variano in modo considerevole tra stati del nord Europa e dell'area mediterranea. La ragione, secondo i ricercatori, è che nei paesi nordici sono state scelte soluzioni costruttive migliori per isolare dal freddo.
In Italia, dove i consumi si allineano alla media europea, il costo medio per il riscaldamento e l'acqua calda sanitaria in un appartamento di 70 metri quadri si aggira intorno a 1400 euro l'anno. Secondo i calcoli dei ricercatori questa spesa potrebbe essere ridotta dal 50 al 70% con interventi sull'involucro, sulle finestre e sugli impianti termici. Gli edifici residenziali europei consumano in media 140 chilowattora per metro quadro all'anno per il riscaldamento situandosi nella non pregevole classe E. Per la fornitura di acqua calda ne servono invece in media 25 e altri 20 per il raffrescamento estivo.
Nonostante climi diversi, i consumi per il riscaldamento non variano in modo considerevole tra stati del nord Europa e dell'area mediterranea. La ragione, secondo i ricercatori, è che nei paesi nordici sono state scelte soluzioni costruttive migliori per isolare dal freddo.
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