Sul fondo degli abissi si svolge da sempre una guerra senza fine tra batteri e virus. I Batteri nascono e muoiono in continuazione con il risultato di immettere nelle acque tonnellate di detriti organici che vanno a nutrire tutte le specie marine e indirettamente anche parte di quelle terrestri.
Che la vita tragga sostentamento dagli oceani è noto da tempo: molto dell'ossigeno che respiriamo è prodotto da minuscole alghe blu-verdi che popolano le acque e compiono in continuazione la cosiddetta funzione clorofilliana. E cioè sequestrano anidride carbonica e producono ossigeno che riversano nell'acqua da dove poi evapora e va a costituire una parte sostanziale della nostra atmosfera.
Ma c'è di più. Ora i ricercatori del Mit, il Massachusetts Institute of Technology di Boston, hanno osservato che una di queste alghe (chiamata "Prochlorococcus") rilascia nell'acqua delle minuscole vescichette piene di materiale organico, inclusi gli acidi del Dna. Queste vescichette hanno il diametro di un centesimo di capello, ma sono tante (almeno centomila in un millilitro), così da riuscire a trasportare tonnellate di materiale ricco di carbonio. Oltre che nutrire i pesci, producono circa la metà dell'ossigeno presente nell'atmosfera.
I risultati della ricerca, pubblicati con grande risalto dalla rivista Science, introducono un elemento nuovo sugli studi dei cicli che regolano la vita nell'universo e fa degli oceani la riserva fondamentale di materiale organico di facile utilizzazione. È una scoperta che potrebbe avere un grande impatto, finora non stimato, sul bilanciamento globale del carbonio.
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