La generazione di Facebook e dell’iPhone è entrata alla Casa Bianca e ha trovato ad attenderla la tecnologia della generazione dell’Atari e del Commodore 64. Nonostante due mesi di preparativi per la transizione, buona parte dello staff di Barack Obama è stato colto di sorpresa dai limiti burocratici, tecnologici e di sicurezza che caratterizzano il lavoro dentro la storica residenza presidenziale. Il “change” che Obama ha promesso all’America è già alle prese con le barriere informatiche del passato. Fin da martedì, al momento di prendere possesso degli uffici lasciati liberi dall’amministrazione Bush, gli uomini del nuovo presidente si sono trovati a fare i conti con scarsità di computer portatili e con programmi Windows in versioni vecchie di sei anni (un trauma per i protagonisti di una campagna elettorale quasi completamente costruita su sistemi operativi Mac). Anche i telefoni, cellulari e fissi, hanno avuto problemi a venir riattivati e i nuovi padroni di casa hanno dovuto attendere a lungo prima di poter disporre di caselle di posta elettronica. Il team dell’ufficio stampa, da questo punto di vista, è stato preveggente: alla vigilia del trasferimento aveva ottenuto l’autorizzazione dal consigliere giuridico della Casa Bianca per creare una serie di indirizzi di posta su Gmail (il servizio email di Google), dopo aver preso accorgimenti per garantire che resteranno copie per gli archivi. Ogni attività della Casa Bianca, infatti, deve restare documentata per gli Archivi Nazionali e non è ammesso l’uso di posta elettronica personale. Un segnale visibile al pubblico del sofferto passaggio dei poteri a livello tecnologico, è stata l’attività nei primi tre giorni del sito ufficiale della Casa Bianca, www.whitehouse.gov. Pochi minuti dopo che Obama ha giurato, il vecchio look del sito è sparito ed è comparso quello nuovo, con il design e l’atmosfera da “social network” che hanno caratterizzato l’immagine su Internet della campagna elettorale di Obama e poi la fase della transizione, gestita sul sito www.change.gov. Il nuovo sito promette così di fare ampio ricorso ai video in formato YouTube, alla condivisione di foto attraverso il popolare servizio Flickr, all’interazione con gli utenti e all’aggiornamento continuo dell’attività presidenziale anche con un blog. Ma da martedì pomeriggio a buona parte della giornata odierna, il sito ha mostrato grande lentezza negli aggiornamenti, il blog è rimasto al palo due giorni, i “pool report” dei giornalisti al seguito di Obama non sono stati pubblicati. I primi ordini esecutivi firmati dal presidente a metà giornata di mercoledì, sono apparsi sul sito solo a notte fonda. Le immagini sono circolate assai più lentamente di quanto speravano i geni della comunicazione web che hanno gestito la campagna elettorale più tecnologica della storia. Tutta colpa, hanno spiegato al Washington Post fonti della nuova amministrazione, delle difficoltà incontrate nel cercare di mettere l’austera Casa Bianca al passo con la “presidenza di YouTube”. Del resto anche il direttore del web nell’ amministrazione Bush, David Almacy, ha ricordato che quando arrivò alla Casa Bianca nel 2005 fu costretto ad attendere una settimana prima di avere un computer e un BlackBerry
(Corriere.com)
Interessante.......si devono rivoluzionare un pò nel campo della tecnologia queste grandi persone americane...
RispondiEliminaciao a tutti!
queste sono le due facce degli Stati Uniti: noi pensiamo sempre alle grandi città super tecnologiche. Però ci sono zone molto arretrate, e fa effetto sapere ke nella zona arretrata c' è la casa bianca.
RispondiElimina