mercoledì 10 dicembre 2008

Petrolio e Guerra

military_oil_overseas.JPG

Lo sappiamo, gli Stati Uniti sono il maggior consumatore di Petrolio.

Il grafico qui sopra (da Energy Bulletin) raffigura il petrolio consumato dall'apparato militare americano: è con stupore che scopro che ben oltre la metà viene bruciato all'estero (parte gialla), quindi in guerra o qualcosa di simile, in giro per il mondo.

La frase "guerra per il petrolio" assume tutto un altro significato. Sono 200.000 barili al giorno usati per far andare 200.000 carrarmati, 200 navi e 11.000 aerei con lo scopo di controllare le aree petrolifere. C'è della follia in tutto questo: in un certo senso, se non si facesse la guerra, non ci sarebbe bisogno di fare la guerra per procurarsi il petrolio.

Nei prossimi anni il Pentagono comprerà tanti veicoli militari quanti ne ha già ora, veicoli il cui consumo non si misura in "miglia per gallone" ma in "galloni al minuto" (vi ricordo che un gallone equivale a 3,785 litri): un bombardiere B-52 consuma 55 galloni, ovvero 209 litri ogni minuto di volo, e il pieno costa tra i 100.000 e i 300.000$ a seconda del carburante.

Degli studi hanno dimostrato che è impossibile cambiare tutto questo sistema per renderlo più risparmioso. L'apparato militare può agire su caserme e impianti per risparmiare energia, ma sui veicoli non c'è nulla da fare.

Ma perchè il mondo gira all'incontrario?

3 commenti:

  1. evvai sn la prima!!!!!!!!!!! CMQ............
    sincramente nn credevo k per andare in guerra bisognasse prendere del petrolio per fare funzionare in vari macchinari e poi il petrolio ha dei prezzi assurdi!!!!!!!!!!!!!!!

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  2. le spese militari sono talmente elevate che basterebbe il 10-20% di esse per ridurre drasticamente la fame nel mondo......... il mondo gira proprio al contrario.

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  3. Secondo me questi paesi dovrebbero firmare un accordo per sfruttare il petrolio di altri paesi senza per forza fare guerra. Perchè almeno nn ci srebbero più problemi economici da parte di questi paesi dovuto all'acquisto di armi troppo care.

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