martedì 6 febbraio 2024

Giornata mondiale per la Cybersicurezza

Oggi, 6 febbraio, è la giornata mondiale per la sicurezza in rete. La sensazione è che i social ci stanno scappando di mano, buoni o cattivi, sono fuori controllo. Il sindaco di New York, li ha banditi ai minori di sedici anni: «Sono pericolosi come il fumo e le armi». Esagera? 

L’avete sentito Jannik Sinner, 22 anni, non un boomer: «I social non mi piacciono, non è lì la verità, ai ragazzi consiglio di stare attenti».

Mark Zuckerberg, miliardario fondatore di Facebook (di cui in questi giorni ricorre il ventesimo compleanno) viene chiamato al Congresso degli Stati Uniti, per chiedere di ciò che succede sul social: racconti e immagini di abusi sessuali, sfruttamenti, prostituzione, traffico d’armi, droga e molti suicidi.

Facebook che gestisce le relazioni virtuali di tre miliardi di persone e ha un giro d’affari di oltre 30 miliardi di dollari, prima finge di non capire le domande, poi, incalzato dal senatore repubblicano che lo accusa di avere «le mani sporche di sangue», si gira. Alle sue spalle sono seduti i genitori di ragazzi che si sono in qualche modo tolti la vita a causa dei social: bullismo, challenge finite in tragedia.

Zuckerberg si gira, strabuzza gli occhi davanti alle foto delle centinaia di ragazzi che non ci sono più e, pallido, chiede scusa. Forse non ci crede. Forse lo fa perché deve salvare la sua azienda, ma chiede scusa.

Uno studio del Ministero della Salute inglese  stabilisce che l’uso dei social è strettamente legato a depressione, disturbi alimentari, insonnia, ansia e percezione distorta del proprio corpo. Sette giovani su dieci sono vittime di cyberbullismo con conseguenti risultati scolastici sempre più scadenti. 

Nove ragazze su dieci che utilizzano TikTok o Instagram si ritengono insoddisfatte del proprio corpo e sette su dieci sono pronte a ricorrere alla chirurgia estetica per modificare il proprio aspetto.

In Italia i social sarebbero vietati a chi ha meno di 14 anni e consentiti a 13 solo di fianco a un genitore. Regole finte, che non proteggono nessuno, aggirabili con facilità, considerando, peraltro, che dopo la pandemia la maggioranza degli alunni delle elementari possiede uno smartphone.

I social sono potenzialmente utilissimi ma come facciamo a contenere la loro dimensione distruttrice? 


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