Nel 1977, è stato eseguito il primo esame e dopo diversi
decenni, la risonanza magnetica è diventata un’indagine che fornisce
informazioni più accurate rispetto alla radiografia, all’ecografia o
addirittura alla tomografia computerizzata per la diagnosi di alcune patologie
come: ictus, artrite, tumori.
Essa si basa su un fenomeno fisico chiamato risonanza
magnetica nucleare (RMN), scoperto da Isidor Rabi che nel 1944 ricevette il
premio Nobel per la fisica. Il fenomeno si osserva quando una sostanza viene
posta in un campo magnetico e vengono applicate delle onde radio. Come
risultato di questo processo, gli atomi nella sostanza emettono piccoli segnali
radio rilevabili.
Gli atomi di acqua o idrogeno sono abbondanti nel corpo
umano e costituiscono circa il 66% del peso totale. Questo alto contenuto di
acqua è responsabile dell’applicabilità della risonanza magnetica in medicina.
Poiché il contenuto di acqua varia in diversi tessuti e organi, molte malattie
provocano cambiamenti nel contenuto di acqua, che si riflettono nelle indagini
diagnostiche.
La macchina per la risonanaza è un grande dispositivo
cilindrico che crea un forte campo magnetico intorno al paziente. Il campo,
insieme a una radiofrequenza, altera il naturale allineamento degli atomi di idrogeno
nel corpo. Quando si riallineano alla posizione corretta, inviano segnali che
vengono ricevuti da un computer che li analizza e li converte in un’immagine
bidimensionale. Non vi è alcun rischio di esposizione durante la procedura perché
non vengono inviate radiazioni ad alto contenuto di energia.
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