venerdì 17 luglio 2020

Il grande ritorno del Plexiglas

Il Polimetilmetacrilato (PMMA per le persone più familiari) è uno dei grandi protagonisti della “fase due” della pandemia, quella in cui il grande picco iniziale dei contagi è passato e si cerca di ritornare alla vita normale limitando i rischi di un ritorno del virus. Il PMMA, un materiale plastico trasparente e molto resistente, è l’ideale per costruire scudi, divisori e cabine chesono comparse un po’ dovunque per proteggere le persone dalle particelle volanti cariche di virus emesse durante una conversazione, tossendo o, semplicemente, respirando.

Il Plexiglas venne inventato da Otto Röhm, il chimico tedesco che alla fine degli anni Trenta fondò la Röhm & Haas, oggi Röhm GmbH. L’azienda iniziò producendo vetri di sicurezza per le automobili che avevano al loro interno uno strato di materiale acrilico. Negli anni la società fondata da Röhm ha perfezionato i suoi metodi di lavoro e ha iniziato a sviluppare materiale altamente tecnologici, come i fogli di materiale plastico utilizzati nell’industria aerospaziale.

Quasi nessuno utilizza il nome tecnico per definire questo materiale diventato improvvisamente così utile. In genere si parla di “Plexiglas”, che però è una parola come “Scottex” o “Tetrapak”: cioè è il nome commerciale di un oggetto specifico, prodotto da un certo marchio e diventato poi il nome di tutti gli oggetti simili, anche quelli prodotti dalla concorrenza.

Il PMMA (abbreviato metacrilato) esiste dagli anni Trenta, quando diverse società brevettarono materiali plastici trasparenti e molto resistenti. Oggi la fabbrica tedesca che lo registrò con il nome “Plexiglas” - la Röhm GmbH - stava passando un brutto periodo prima dello scoppio della pandemia. L’azienda soffriva in particolare per le difficoltà del settore automobilistico e delle costruzioni, i suoi due principali clienti. Il nuovo piano industriale, dei proprietari che lo scorso luglio avevano acquistato l’azienda per 3,2 miliardi di euro, prevedeva tagli alla produzione e riduzione degli orari di lavoro negli impianti della società più colpiti dalla crisi.

A partire da marzo, però, la divisione che si occupa di produrre il Plexiglas ha visto un improvviso aumento della domanda. Dal giorno alla notte il Plexiglas è diventato onnipresente e necessario. Fino ad oggi, la produzione di Plexiglas non era un business particolarmente eccitante: offriva ridotti margini di guadagno ed era sottoposto a ciclici crolli della domanda e quindi del prezzo. Negli ultimi anni il settore aveva ricevuto una piccola iniezione di energia grazie alla crescente domanda di schermi per gli smartphone ma aveva dovuto fare i conti con la crisi nella vendita di automobili, dove il Plexiglas e i suoi equivalenti sono utilizzati per la produzione delle luci interne all’abitacolo e negli indicatori del cruscotto. 

A partire dai mesi di marzo e aprile le cose sono iniziate a cambiare. Decine di governi in tutto il mondo hanno reso obbligatorio installare divisori e separatori in quasi tutti i luoghi pubblici. Ospedali, ristoranti, cinema, teatri e uffici hanno iniziato ad acquitare massicciamente pannelli di metacrilato, il materiale più leggero, economico e resistente per questo scopo.

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