lunedì 16 dicembre 2019

Il Politecnico di Torino all'avanguardia nell'internet delle cose applicato alla viticoltura.

Dalla Sardegna alla Catalogna il segnale wi-fi ha viaggiato per 700 chilometri stabilendo il record. Merito degli iXem Labs del Politecnico di Torino che da cinque anni stanno lavorando su delle piccole antenne di due centimetri capaci di funzionare per anni grazie a un paio di semplici pile stilo. E che ora hanno anche dimostrato la loro portata massima. Non è un sistema per portare connettività alle persone ma per una agricoltura sempre più tecnologica, raccogliendo dati di temperatura, umidità e altro.
Il segnale telefonico manca in tante aree lontane dalle città. Sulle colline del Monferrato ad esempio non c'è ed è lì che è nato, in ambito della viticultura, l'idea di una rete indipendente libera, capillare e aperta. Capace di operare ovunque e che funzioni con antenne piccole che non abbiano bisogno di una ricarica continua".
Serviva quindi un sistema per connettere i sensori ambientali capaci di aiutare i produttori di vino a gestire le vigne in maniera molto precisa, evitando il più possibile prodotti chimici grazie ad una analisi precisa delle necessità delle piante. Dati su umidità, precipitazioni, vento, sole, così da capire in anticipo i rischi e intervenire chirurgicamente. Internet of things (internet delle cose) applicato all'agricoltura.
Al Politecnico di Torino sono partiti nel 2013 con i primi esperimenti, ma le prime antenne avevano una portata bassa. Durante tutto il 2018 è stata fatta una sperimentazione diffusa fra i vigneti di Friuli, Veneto e Toscana e lì agli iXem Labs sono riusciti a capire che potevano raggiungere anche a 70 chilometri di distanza fra un'antenna e l'altra. Antenne che in otto mesi hanno consumano appena il 10 per cento di due batterie stilo.  

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