E' passato più di un secolo da quando l'elettricità è entrata nella vita di tutti i giorni. Da allora ha trasformato talmente la nostra esistenza che non sarebbe neppure immaginabile non solo il farne a meno, ma limitarne appena l'uso. Oltre a questo fatto, non dobbiamo dimenticare che la materia e quindi noi stessi esistiamo solo grazie all'elettricità che tiene insieme gli atomi. I nostri occhi vedono solo perché sono sensibili alla radiazione elettromagnetica.
L'elettricità mette a disposizione nelle nostre case in maniera semplice, sicura, economica e non inquinante una fonte di energia che si presta meglio di qualsiasi altra agli usi più disparati.
L'elettricità ha varie forme. Essa entra nelle nostre case non solo tramite i fili "della luce" ma anche sotto forma di onde, le cosiddette Onde Elettromagnetiche (E.M.). Le onde E.M. più potenti che entrano in casa sono le onde luminose, in particolare la luce solare. L'energia trasportata dal Sole sotto forma di onde E.M. rende possibile la vita sulla Terra.
Naturalmente come tutte le fonti di energia l'elettricità può essere pericolosa: la scossa elettrica e la folgorazione sono i rischi dell'elettricità, tanto è vero che ogni anno un certo numero di persone perde la vita in incidenti sul lavoro e domestici.
Purtroppo spesso si dimenticano i rischi reali mentre ci si concentra su quelli presunti che colpiscono maggiormente l'immaginazione.
Sappiamo bene che una sovrabbondanza di energia può avere effetti dannosi: troppa luce abbaglia e ancora di più brucia la retina. I raggi ultravioletti (ancora elettricità!) abbronzano ma troppi possono provocare il cancro alla pelle. Quello che conta è l'energia rispetto alla zona sui cui essa si riversa. Un Laser da 2 millesimi di Watt guardato a lungo direttamente ci renderà ciechi perché la sua energia è molto concentrata mentre possiamo fissare senza problemi una lampadina da 40 Watt la cui luce si diffonde in tutte le direzioni.
Oltre alle onde luminose sappiamo che entrano nelle nostre case onde prodotte artificialmente da stazioni radio, TV, telefonini, computers, ecc. Tutte queste onde trasportano energia in maggiore o minore misura. Il loro effetto sull'organismo è variabile (perché sono onde con caratteristiche diverse) ma sempre in primo luogo conta l'energia o la potenza.
Il forno a microonde cuoce un pollo fornendo energia che viene depositata nel pollo da onde E.M. e si trasforma in calore. L'energia necessaria alla cottura è all'incirca la stessa che ci vorrebbe per cuocerlo in un normale forno, solo che con la cottura a microonde non ci sono dispersioni e in complesso il metodo è più efficiente, per cui il pollo cuoce prima.
Il telefonino irraggia energia che in parte si deposita nella testa di chi parla. Il meccanismo che si innesca è lo stesso del forno, con la differenza che, essendo l'energia molto inferiore, non si ha la "cottura" ma solo un riscaldamento locale dei tessuti. Su questo argomento sono da tempo in corso studi che non hanno evidenziato per il momento effetti dannosi.
Gli elettrodotti e l'impianto elettrico di casa generano deboli campi elettromagnetici ma non producono onde E.M. dato che la loro frequenza (50 Hz) è troppo bassa. Mentre i campi associati a onde si propagano a grande distanza dalla sorgente i campi delle linee elettriche "muoiono" rapidamente allontanandosi da esse. Lo stesso vale per i comuni elettrodomestici (phon ecc.)
La potenza di un ripetitore per telefonia mobile è maggiore di quella di un telefonino. Tuttavia il fatto che il telefonino sia posizionato accanto alla testa comporta che l'effetto di riscaldamento da esso prodotto è in pratica molto maggiore di quello del corrispondente ripetitore.
L'elettrosmog denota l'insieme dei campi E.M. prodotti artificialmente. Si tratta di un termine giornalistico in uso solo in Italia ed entrato nel lessico corrente. Ha una connotazione negativa che suggerisce di includere i campi E.M. fra le fonti di inquinamento.
L'elettrosmog è un serio problema per la salute?
Occorre distinguere fra campi a bassa frequenza (linee elettriche, elettrodomestici) e ad alta frequenza (telefonini), dato che i due casi sono completamente diversi. Il problema delle basse frequenze è stato studiato ormai da oltre 20 anni concludendo che i rischi, ammesso che esistano, sono molto bassi. Data la bassa pericolosità è operativamente difficilissimo ottenere risultati dagli studi epidemiologici. Ci sono inoltre troppi fattori di disturbo che rendono le conclusioni assai incerte. Per quanto riguarda i telefonini le conclusioni sono simili ma lo studio è stato fatto per forza di cose da un tempo molto inferiore (1992). Tuttavia molti fenomeni connessi con l'effetto sull'organismo delle onde radio in generale sono stati investigati fin dagli anni '30.
Non si è trovata una relazione dose-effetto, ossia un aumento dei casi di malattia con l'aumentare dell'esposizione al campo (la "dose"). La mancanza di una relazione dose-effetto rende tutta la teoria dell'elettrosmog poco plausibile. Inoltre, in assenza di tale relazione non ha senso imporre dei limiti di esposizione.
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