Questa si che è una grande notizia per la mobilità elettrica: in Giappone il numero dei punti di ricarica a disposizione per «fare il pieno» di energia per le vettura elettriche ha superato il numero dei tradizionali distributori di benzina: oltre 40 mila punti di ricarica elettrica contro 31.000 pompe di carburante «fossile».
Ovviamente queste stime statistiche sono criticabili: alcuni esperti obiettano che il confronto dovrebbe essere fatto con il numero effettivo delle pompe di benzina o gasolio, che ovviamente è maggiore, e non con il numero dei distributori. Ma poco cambia: nel giro di pochissimo tempo in Giappone è stata costruita un’infrastruttura diffusissima ed efficientissima in grado di permettere a tutti gli automobilisti elettrici di viaggiare in sicurezza in tutto il Paese.
Dopo una lunga fase di scetticismo e cautela, le grandi case automobilistiche giapponesi sembrano aver abbracciato con decisione la causa della mobilità elettrica: la Nissan che produce sin dal 2010 il fortunato modello «Leaf», ha annunciato che entro il 2022 lancerà 12 nuovi modelli totalmente elettrici per raggiungere - sempre entro il 2022 - l’obiettivo di un milione di elettriche vendute.
Anche il governo giapponese ha fatto una scelta decisa a favore dell’elettrico, favorendo attraverso una politica nazionale la costruzione di una fitta rete di punti di ricarica veloci - in grado di fare un «pieno» al massimo in mezz’ora - lungo tutte le principali strade del Paese. Sono già oltre 3 mila e consentono a una vettura elettrica di viaggiare serenamente anche per lunghi tragitti.
E per accelerare dall’anno prossimo anche i tradizionali distributori di benzina potranno installare punti di ricarica elettrici. Un affare gli automobilisti, ma anche per i benzinai.
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