martedì 17 ottobre 2017

E' vero che la pioggia può uccidere le piante?

In un certo senso è proprio così, per lo meno in alcuni Paesi. Si tratta del fenomeno delle piogge acide, precipitazioni cariche di sostanze tossiche che provocano gravi danni all'ambiente.
Quando queste cadono su una zona ricca di foreste, per esempio, modificano la composizione chimica del terreno e, di conseguenza, tolgono i nutrienti alle piante che finiscono per ammalarsi. Le foglie ingialliscono oppure, nelle conifere, gli aghi si staccano. Gli alberi diventano anche più vulnerabili agli insetti e ai parassiti e, spesso, muoiono. Negli anni Ottanta la Foresta Nera, nel sud della Germania, ha visto sparire in questo modo circa metà dei suoi boschi di abete bianco.
All'origine dell'acidificazione delle piogge c'è soprattutto l'uomo. Le sue centrali elettriche, le sue industrie e le sue automobili rilasciano nell'atmosfera grandi quantità di ossidi di zolfo e ossidi di azoto che entrano in contatto con l'acqua presente nelle nubi e generano una serie di acidi che la fanno diventare corrosiva. Poi sono i venti a decidere dove finiranno le nubi. Si tratta del classico esempio di inquinamento senza frontiere in cui spesso i danni provocati da uno Stato vengono pagati altrove. Le emissioni dell'Inghilterra e di altri Paesi dell'Europa Occidentale, per esempio, sono la causa delle piogge acide sulla Scandinavia che hanno provocato l'acidificazione di  migliaia di laghi e la loro trasformazione in specchi d'acqua quasi senza vita.
Il problema non interessa, quindi, solo le foreste ma anche i corsi d'acqua, le falde, i campi coltivati, le strutture metalliche, come quelle dei ponti, che temono la corrosione degli acidi, e persino le cattedrali e i monumenti che vengono seriamente danneggiati perché l'anidride solforosa contenuta nelle piogge acide rende il marmo friabile.

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