venerdì 19 dicembre 2014

I consumi energetici delle famiglie italiane

Anche quest' anno l'ISTAT ha analizzato il consumi energetici delle famiglie italiane. Ecco, in pillole, cosa è emerso dai dati raccolti:

1. La quasi totalità delle famiglie risiede in abitazioni dotate di impianto di riscaldamento degli ambienti e dell'acqua, mentre i sistemi per il raffrescamento risultano meno diffusi; ne sono in possesso solo 3 famiglie su 10.

2. Sono ampie le differenze territoriali nella diffusione di apparecchiature per il condizionamento: ne risultano dotate solo l'1,5% delle famiglie residenti in Valle d'Aosta e quasi il 50% di quelle che risiedono in Sardegna.

3. Il tipo di impianto più diffuso è l'autonomo, sia per riscaldare gli ambienti (lo utilizzano 66 famiglie su 100), sia per l'acqua calda (74). Gli apparecchi singoli vengono utilizzati più frequentemente nel Mezzogiorno, i centralizzati nel Nord.

4. La principale fonte energetica di alimentazione degli impianti di riscaldamento dell'abitazione e dell'acqua è il metano, utilizzato da oltre il 70% delle famiglie.

5. Nel 2013, le famiglie hanno complessivamente speso per consumi energetici oltre 42 miliardi di euro, con una spesa media per famiglia pari a 1.635 euro.

6. La spesa per consumi energetici delle famiglie è più elevata al Nord e più contenuta nel Mezzogiorno, con un differenziale che supera i 400 euro (30% in più delle spese sostenute nel Mezzogiorno).

7. La spesa media annua cresce in ragione sia del numero dei componenti sia della loro età. Una famiglia monocomponente giovane spende in media circa 650 euro in meno rispetto a una coppia con 3 o più figli.

8. Gli impianti di riscaldamento dell'abitazione restano accesi tutti i giorni durante la stagione invernale per l'87% delle famiglie, con sensibili differenze territoriali (98% a Bolzano e 62% in Sicilia).

9. L'impianto di riscaldamento viene utilizzato, in media, per circa 8 ore al giorno, più nel pomeriggio (quasi 4 ore e mezzo) che non nelle fasce mattutine (2 ore e mezzo circa) o notturne (circa un'ora).

10. Le famiglie residenti al Nord accendono in media due ore in più rispetto a quelle del Centro e tre ore e mezzo in più rispetto a quelle del Mezzogiorno.

11. A distanza di pochi anni dal ritiro dal commercio delle lampadine tradizionali, le lampadine a risparmio energetico rappresentano già quasi i tre quarti delle lampadine utilizzate.

12. Le famiglie dichiarano di aver effettuato investimenti sul fronte del risparmio energetico negli ultimi 5 anni: oltre la metà per ridurre le spese per l'energia elettrica, il 21% per le spese di riscaldamento dell'abitazione, il 15% per il riscaldamento dell'acqua e, infine, il 10% per il condizionamento.

13. Più di una famiglia su cinque fa uso di legna per scopi energetici (consumando 3,2 tonnellate in media all'anno) mentre solo il 4,1% utilizza pellets. Il consumo di legna è più elevato nei comuni montani (oltre il 40% delle famiglie) e in Umbria e Trentino Alto Adige (poco meno di una famiglia su due).

14. La metà delle famiglie che utilizzano legna ricorre (parzialmente o totalmente) all'autoapprovvigionamento. La quercia è il tipo di legname più utilizzato.

QUI IL RAPPORTO COMPLETO

giovedì 18 dicembre 2014

Biocarburanti

L’Africa, per l’ennesima volta, sta diventando terra di conquista per le aziende occidentali. I nuovi colonialisti sono i produttori di biocarburanti (per sapere cosa sono clicca qui), che in Africa possono trovare vaste distese di terra a costi bassi o nulli e abbondante manodopera a buon mercato. 
I governi di Tanzania, Ghana, Malawi, Namibia e molti altri stanno concedendo gratuitamente l’utilizzo di migliaia di ettari di terra ad aziende europee e americane in cambio di investimenti che possano portare strade, scuole, ospedali e cibo in una delle regioni più povere del mondo. Il solo Mozambico ha reso disponibili 11 milioni di ettari per la produzione di olio di palma e canna da zucchero da trasformare in carburante ecologico. 
Ma le conseguenze di questo eco business sono drammatiche: secondo Il Ghana Environmental Protection Agency, solo nel Ghana 2600 ettari di bosco sono stati tagliati per far posto alle nuove coltivazioni, soprattutto canna da zucchero, che oltretutto necessita di moltissima acqua. 
Non solo: "L'espansione dei biocarburanti che sta trasformando le foreste e la vegetazione naturale in colture energetiche sottrae terreno agricolo alle coltivazioni per uso alimentare, oltre a aumentare i conflitti con le popolazioni locali sulla proprietà terra", dichiara Mariann Bassey, di Friends of the Earth della Nigeria. 
Ma secondo i sostenitori dei biocarburanti proprio l’importazione in Africa di queste colture potrebbe salvare il continente dalla fame, grazie allo sviluppo di un agricoltura moderna e alla realizzazione delle infrastrutture per l’irrigazione.
Nella foto: carri trasportano le canne da zucchero verso gli impianti che le trasformeranno in biocarburante.

venerdì 5 dicembre 2014

Una presa al lampione

Uno dei maggiori inconvenienti delle auto elettriche è la macanza di colonninne per la ricarica. Le cose dovrebbero cambiare. I fondatori della start up tedesca Ubitricity hanno avuto l’idea di mettere le prese di ricarica sui lampioni stradali. Da poco è stato lanciato il progetto pilota con prese collocate su 4 lampioni a Berlino in collaborazione con una azienda elettrica. 
La novità tecnica sta nel cavo per la ricarica che consente di collegarsi al lampione con una presa molto facile da utilizzare.
Adesso saranno gli automobilisti a portare il loro cavo eliminando costose tecnologie supplementari per ogni punto di ricarica. Dopo aver autorizzato il pagamento gli automoblisti potranno attaccarsi in modo rapido al lampione prescelto. Tutto molto semplice e rapido.
«Il problema maggiore sta nel fatto che le auto elettriche non si possono ricaricare sempre in uno stesso luogo perchè viaggiano. Devono poter essere ricaricate dove possono parcheggiare, in diversi posti. Non ha senso fare costosi impianti ovunque con tutta la relativa tecnologia. Col nostro sistema basta portarsi la necessaria tecnologia e così si può ricaricare quanto si vuole perchè il contratto per l’alimentazione si applica al cavo”
E’ un’idea semplice usare l’esistente rete elettrica dotando i lampioni di questa opzione.
Stando a Pawlitschek , equipaggiare un lampione del sistema costa dai 300 ai 500 euro. Considerando i costi delle prese per attrezzare una stazione di servizio con ricarica elettrica si viaggerebbe su costi da 10.000. Naturalmente si pensa di adoperare questa tecnologia non solo per i lampioni ma presso i posti in cui si lavora a casa e nei parcheggi sotterranei.