La conquista del fuoco avvenne circa 1,7 milioni di anni fa da parte dell'Homo erectus, probabilmente per caso, grazie a un albero incendiato da un fulmine o dalla lava incandescente di un vulcano.
Ci vollero, poi, ben un milione e mezzo di anni prima che i nostri antenati imparassero a sfruttarlo meglio. L'energia termica che sprigiona la fiamma è adatta a rendere più digeribile e saporita la carne, a sterilizzare altri cibi, a combinare tra loro sostanze altrimenti immangiabili crude (come la farina). Il fuoco è utile per difendersi dalle belve e per rendere più efficiente la caccia e ha permesso di inaugurare l'età del bronzo.
Vedendo che alcune pietre usate per circoscrivere il focolare (e dunque roventi) rilasciavano liquidi lucenti (lo stagno) o rossastri (il rame), gli uomini primitivi hanno imparato che i due materiali potevano essere mescolati per ottenere il bronzo e quindi forgiare attrezzi funzionali e resistenti, come punte di lance e di frecce, aratri e accette.
Il fuoco serve poi anche per fabbricare utensili domestici a base di argilla (vasi, orci, mattoni...), nonché per produrre il vetro.
Qual è il segreto del fuoco? Perché brucia ed è caldo? Attraverso il processo di combustione gli atomi che compongono il combustibile (prevalentemente carbonio e idrogeno) si combinano con atomi di ossigeno in una reazione chimica che sviluppa calore. Se manca uno di questi tre elementi la combustione non può avvenire. Per ottenere fiamme più luminose e calde basta aumentare la quantità di ossigeno. Infatti l'età del bronzo e l'età del ferro sono nate quando l'uomo ha inventato il mantice.
Oltre al legno, un altro combustibile molto usato dagli antichi era lo sterco degli animali. Questa usanza è ancora presente oggi nelle civiltà contadine e tra le popolazioni più povere di risorse, diffusa tra gli abitanti delle Ande così come tra i pastori della Mongolia. Generalmente, incaricati di raccogliere gli escrementi degli animali erano i bambini. Poi le donne impastavano il frutto della raccolta e lo mettevano in appositi stampi affinchè (essiccando al Sole) se ne ottenessero delle mattonelle, decisamente più pratiche da maneggiare.
Per illuminare le case, la candela venne circa 3000 anni or sono. Le prime candele erano costituite da un filo di cotone imbevuto di grasso animale solidificato. Solo i ricchi e i potenti potevano permettersele in quanto era molto difficile produrle. Lo stoppino è il cuore del meccanismo: deve essere assorbente al punto giusto, deve infiammarsi con facilità, ma non deve bruciare troppo rapidamente. Non appena viene acceso, il calore della fiamma scioglie la cera, che, man mano che diventa liquida, per capillarità risale lo stoppino fino alla fiammella, dove vaporizza. In questo modo produce luce e il calore necessario per autoalimentare il meccanismo.
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