«A 15 anni le femmine sono più capaci dei maschi nella comprensione e nello stabilire connessioni tra elementi testuali diversi. Un dato questo che si accompagna a una propensione a leggere di più e a una più forte varietà di tipologie di letture nelle attività extra scolastiche».
È il commento di uno specialista di istruzione che affronta le ultime analisi dell'Invalsi (Istituto per la valutazione del sistema educativo) e dell'Ocse-Pisa, il rapporto che misura il livello degli studenti quindicenni in 65 Paesi.
Accade in tutto il mondo, ma in Italia il divario è più forte. I ragazzi faticano a capire quello che leggono e il problema non riguarda soltanto la scuola, visto che la comprensione di un testo è uno degli strumenti minimi per la vita di tutti i giorni.
Anche stavolta il Sud fa peggio del Nord. E forse per trovare la spiegazione, bisogna uscire dalle aule e guardare al tipo di lettura dei teenager. Le ragazze non si limitano ai fumetti e allenano la mente a essere più elastica e quindi pronta alla comprensione del testo.
Un esperto va alle radici: «Pensiamo a cosa hanno fatto questi studenti prima di arrivare a 15 anni. Giocato, soprattutto». La chiave è lì: le bambine parlano con le bambole, fanno finta di prendere il té con le amichette, nei loro giochi di ruolo il linguaggio è più sollecitato.
I maschi, invece, fanno la partita a pallone, si rincorrono in bicicletta, la loro attività è molto più fisica. La differente dimestichezza con le parole è il risultato di questi comportamenti.
Per fortuna che poi arriva l'estate e i giochi tornano a prendere il sopravvento sui libri: con la bicicletta e la racchetta da tennis i ragazzi recuperano e, talvolta, superano le ragazze.
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